A volte alcune precisazioni sono importanti. Oxford Analytica, ad esempio, ha dovuto pubblicare un articolo e diversi tweet per spiegare che non ha nulla a che vedere con Cambridge Analytica, la società di consulenza che ha raccolto i dati personali di oltre 50 milioni di utenti su Facebook, violandone la policy e influenzando le principali campagne politiche degli ultimi anni. Fatti che le sono valsi grandi titoli nei giornali di tutto il mondo, servizi ai telegiornali e approfondimenti in moltissimi siti internet di informazione. “Oxford Analytica has no relationship with Cambridge Analytica”. Una distinzione importante per fugare dubbi e possibili collegamenti. E nell’epoca delle fake news non è affatto scontato.
Cosa fa Oxford Analítica
Nella nota si legge che Oxford Analytica è una società di consulenza indipendente e geostrategica “che consente ai clienti di avere successo in ambienti globali, spesso complessi, fornendo analisi affidabili e giudizi approfonditi”. È stata fondata nel 1975 da David Young, un passato alla Casa Bianca durante la presidenza Nixon, che si trasferì dall’altra parte dell’oceano dopo lo scandalo Watergate. Ma tra le sue fila c’è anche l'ex ambasciatore degli Stati Uniti presso le Nazioni Unite, John Negroponte e l’esperto di intelligence, con ruoli di primo piano nella CIA, Douglas Wise. Oggi può vantare nella sua squadra oltre 1.500 professionisti dislocati in tutti i continenti. Nella nota c’è anche una precisazione sull’importanza delle metodologie usate e sui princìpi che hanno portato alla composizione delle linee guida “seguite con grande scrupolo”. Insomma, lo scenario che sta venendo fuori e che sta dipingendo il ruolo e le azioni di Cambridge Analytica sta spaventando chi, per assonanza o ambiti d’interesse, rischia di venirne associato.
Il rapporto con Giulio Regeni
Giulio Regeni, lo studente friulano di Cambridge, torturato e ucciso in Egitto nel 2016, è stato uno dei professionisti che in passato, nel periodo londinese, ha lavorato per Oxford Analytica. Secondo La Stampa ha lavorato per l’azienda inglese “dal settembre 2013 al settembre 2014, dedicandosi al “Daily Brief”, una decina di articoli pubblicati ogni giorno sugli eventi principali e mandata a una lista di clienti d’elite”. Ma non solo. Graham Hutchings, numero uno di Oxford Analytica, ex giornalista del Telegraph, contattato dal Corriere aveva spiegato meglio i compiti dell’italiano: "Aveva un contratto a tempo pieno, si occupava per noi dei prodotti digitali, delle newsletter quotidiane che inviamo ai nostri clienti".