Sempre meno cittadini europei migrano verso il Regno Unito. Il dato arriva dall’Ufficio Nazionale di Statistica britannico (ONS), dove si legge che dietro questa tendenza “potrebbe esserci la Brexit, anche se i fattori che spingono le persone a muoversi sono molti” e quindi non si possa ricondurre a un solo motivo.
Indietro di cinque anni
I dati si riferiscono a settembre del 2017 e i migranti considerati sono quelli “di lunga data”, cioè “le persone che lasciano il loro paese per almeno un anno”. Di certo c’è che “il numero di cittadini europei che arrivano oltremanica è diminuito, mentre quelli che se ne vanno sono aumentati”. Ecco i numeri: gli europei arrivati nel paese di Sua Maestà Elisabetta tra settembre 2016 e ‘17 sono stati 220 mila, 47 mila in meno dell’anno prima. Ma a colpire è soprattutto il fenomeno opposto, cioè chi se ne va: 130 mila cittadini UE hanno detto addio a Londra, un numero mai così elevato dal 2008 in poi.
Confrontando arrivi e partenze, in terra britannica il saldo migratorio europeo è comunque positivo: +90 mila persone, ma molti di meno dei 165 mila della rilevazione precedente (-75 mila unità). Era dalla fine del 2012, cioè cinque anni fa, che la bilancia non era così scarsa. Gli arrivi di extracomunitari, invece, sono aumentati dopo un anno di crollo: se nei mesi successivi al referendum sulla Brexit il numero era sceso di circa 20 mila unità, ora è tornato a crescere e si assesta a 205 mila approdi. Cliccando qui è possibile scaricare la tabella dell’ONS che riporta questi dati.
Italiani in Uk in calo
La diminuzione di arrivi colpisce anche gli italiani. Quelli che sono andati nel Regno Unito in cerca di fortuna, tra dicembre 2016 e 2017, sono stati 51 mila, il 19% in meno dell’anno precedente. I nostri connazionali continuano comunque ad essere la terza forza migratoria principale verso la terra di Albione: più degli italiani, a muoversi sono soltanto romeni e polacchi.
Complessivamente, senza distinzioni di nazionalità, il Regno Unito ha comunque registrato un saldo positivo tra partenze e arrivi. Sul suolo britannico sono insomma aumentati gli abitanti, precisamente di 244 mila unità. Un livello simile al 2014, ma in diminuzione rispetto a 2015 e 2016 quando il dato sulla migrazione netta, cioè la differenza tra chi si stabilisce nel Paese e chi lo abbandona, era rispettivamente di 322 mila e 273 mila. Un aumento, come detto, guidato soprattutto dai cittadini che provengono da paesi che non fanno parte dell’Unione Europea: in questo caso, segnala l’ufficio statistico, circa la metà di loro si muove per motivi di studio.
Nella nota diffusa, l’ONS chiarisce comunque che “i dati non possono tenere conto in maniera precisa dei migranti senza permesso” che risiedono nel Regno Unito, una popolazione difficile da quantificare proprio per via della natura illegale del soggiorno.