Così Berlino punirà Google e Facebook per i post di odio

di Francesco Russo

Facebook boccia la legge

Per chi non cancella i post in tempo 50 milioni di multa

Foto: pixabay.com  -  Hate speech
Non solo, i social network saranno inoltre costretti a rivelare l'identità di chi ha pubblicato i post incriminati e a fornire a chi desidera segnalarli una procedura "riconoscibile facilmente, raggiungibile direttamente e disponibile costantemente". E le fattispecie coinvolte non si limitano alla propaganda islamista o neonazista. Allo stesso modo saranno perseguibili reati comuni come la diffamazione, la calunnia, l'incitazione a delinquere e la diffusione di notizie false. La legge, infine, stabilisce che ogni grande media company dovrà stabilire una sede legale in Germania che eviterà problemi di giurisdizione. Lo scorso anno, ad esempio, un tribunale di Monaco fu costretto a respingere un ricorso contro Facebook in quanto la sede europea dell'azienda risultava in Irlanda e la corte bavarese non era pertanto competente.

La libertà d'espressione è in pericolo?

Da una parte, viene colmato un vuoto legislativo enorme che ha messo per anni in crisi i governi di tutto il mondo, le cui legislazioni hanno quasi sempre faticato a star dietro all'evoluzione rapidissima di internet e al moltiplicarsi delle sfide sempre nuove poste alla politica. Dall'altra, la legge presta il fianco a numerose critiche. Ad esempio, è questo è un precedente dalle conseguenze imprevedibili, saranno gli stessi social network a valutare se un post rispetti o meno la legge tedesca, non un'autorità pubblica. I "casi controversi" di cui sopra saranno infatti vagliati da un istituto indipendente formato da figure "specializzate" appartenenti, ad esempio, al terzo settore, e non da funzionari statali, istituto i cui contorni appaiono abbastanza nebulosi.
Mark Zuckerberg (Afp) 

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