Come è ridotta l'economia siriana dopo sei anni di guerra

di Massimo Maugeri
 Siria, macerie (Afp)

Inflazione fuori controllo

La spesa va in beni alimentari

Secondo un rapporto del 2015 dell'Ifad e del Programma alimentare mondiale, le famiglie siriane spendono quasi tutti i loro pochi redditi per gli acquisti di beni alimentari: in alcune zone del paese, le spese alimentari possono superare il 50% al 60% delle spese complessive di una famiglia. E naturalmente le famiglie più povere sono le più colpite. Il tasso di povertà è spaventosamente cresciuto: nel 2015, oltre l'80% della popolazione viveva sotto la soglia di povertà, contro il 28% nel 2010. Quasi sette siriani su 10, il 69,3% della popolazione, vivono in condizioni di povertà estrema, non essendo in grado di soddisfare i bisogni primari. La situazione nel paese naturalmente è complessa e il livello di povertà differisce da un governatorato all'altro, ma ovviamente aumenta notevolmente nelle zone di conflitto e nelle aree assediate. Secondo una stima delle Nazioni Unite, l'aspettativa di vita è passato dai 70 anni nel 2010 a 55,4 anni nel 2014. Il tasso di mortalità è aumentato da 3,7 per mille nel 2010 a 10 per mille nel 2015, con punte di 12,4 per 1000 nelle province più pesantemente colpite dalla guerra come Aleppo, Daraa, Deir Ezzor, Idleb e Damasco. A incendiare ancora di più i prezzi, oltre alla scarsità di beni e di servizi, anche la decisione del governo siriano di svalutare la moneta per tentare di colmare il pozzo nero del deficit di bilancio. E naturalmente tutti gli indicatori economici di una situazione di guerra non possono che essere negativi: e così, sempre secondo le cifre citate dal Figaro, l'export siriano è crollato del 29% nel 2015 a causa della chiusura delle frontiere, del calo della domanda e del deprezzamento della moneta.

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