(AGI) - Roma, 28 dic. - L'Italia sarà protagonista nel percorso di stabilizzazione in Libia e nella ricostruzione del Paese: a partire dalle infrastrutture, ma senza dimenticare la sicurezza, con l'invio di istruttori per l'addestramento delle milizie del governo di Tripoli. E' quanto emerso dopo l'incontro tra il presidente del consiglio Matteo Renzi e il primo ministro libico designato Fayez Al-Serraj. Stando a quanto si apprende, il ruolo centrale dell'Italia è stato ribadito nel corso dell'incontro tra Matteo Renzi e il premier Fayez Al-Serraj, non solo nell'ottica di una progressiva stabilizzazione del Paese, primario obiettivo del governo libico, ma anche ai fini della ricostruzione del tessuto economico, a partire dal settore dell'oil and gas e proseguendo con quello delle infrastrutture. Non solo: dopo la risoluzione dell'Onu che, di fatto, ha recepito l'accordo di Roma, l'Italia potra' contribuire anche nel ruolo di 'consulente' nel delicato compito di mettere in sicurezza il territorio libico. Dopo anni di scontri tra fazioni, il governo di Tripoli avra' infatti bisogno di addestrare proprie milizie secondo le regole internazionali, viene sottolineato.
"A partire dalle storiche relazioni tra i due Paesi", ha affermato il Al-Sarraj in una nota, "cercheremo di incrementare la nostra cooperazione, per sostenere il governo e migliorare gli accordi politici, soprattutto nell'ottica di contrasto al terrorismo, all'immigrazione illegale, di controllo delle frontiere, di lotta al crimine organizzato. Assicurare la stabilita' del Paese e' l'obiettivo del governo, essenziale e' la sicurezza in tutta l'area. Apprezziamo ogni apporto in termini di consulenze o tecnologie che possa arrivare, su richiesta del governo, nel rispetto della sovranita' del nostro Paese", ha aggiunto il premier designato. Anche in questo l'Italia potra' giocare un ruolo determinante. E che sia l'Italia il partner di riferimento della Libia e' confermato dalla scelta fatta da Al-Serraj di tenere a Roma la prima visita di Stato. Tutto questo, dietro la richiesta del governo libico di avere il nostro Paese quale principale interlocutore. Il tutto, nel pieno rispetto della sovranita' e dell'autonomia del governo libico, garantita dalla risoluzione delle Nazioni Unite. Si tratta, infatti, di passaggi che non avverranno nell'immediato e che avranno, di volta in volta, bisogno del sostegno e della richiesta del governo libico. (AGI)