Di Eugenio Buzzetti
Pechino, 10 nov. - Meng Hongwei, vice ministro per la Sicurezza Cinese, è il nuovo presidente dell'Interpol (International Criminal Police Organization). Meng è il primo cittadino cinese ad assumere questa carica e prenderà il posto della presidente uscente, Mireille Ballestrazzi. La sua nomina è avvenuta a Bali, in Indonesia, al termine dell'ottantacinquesima Assemblea Generale dell'Interpol che ha visto riuniti 830 funzionari di polizia provenienti da 164 Paesi. Nel discorso di accettazione della carica, Meng ha promesso di collaborare con i Paesi membri dell'Interpol per rafforzare la cooperazione tra le forze di polizia.
Meng, 63 anni, una laurea in Legge presso la prestigiosa Università di Pechino, è membro del Partito Comunista Cinese dal 1975. Dal 2004 ricopre le cariche di vice ministro della Pubblica Sicurezza e di vice direttore della Polizia Armata del Popolo, che si occupa della sicurezza interna. Nel 2013, Meng Hongwei ha assunto anche le cariche di direttore dell'Ufficio di Polizia Marittima e di vice direttore dell'Amministrazione Statale degli Oceani. La Cina è membro dell'Interpol dal 1984 e il prossimo anno ospiterà l'ottantaseiesima Assemblea Generale dell'organizzazione.
Il vice ministro cinese alla Sicurezza entra in servizio "con effetto immediato", secondo quanto spiega in una nota la stessa Interpol. "In questo momento stiamo affrontando alcune delle più grandi sfide alla sicurezza globale dalla fine della Seconda Guerra Mondiale", è il pensiero del nuovo capo dell'Interpol, che ha chiesto all'organizzazione di "innovare i meccanismi di lavoro per adattarli al cambio di situazione nella sicurezza che stiamo affrontando oggi".
La sicurezza a livello globale è uno dei temi più cari alla Cina, che punta a creare nuove alleanze in questo senso. Il merse scorso, Pechino aveva annunciato i primi esercizi congiunti anti-terrorismo con l'Arabia Saudita che si sono tenuti per due settimane in un'area vicino a Chongqing, nel sud-ovest del gigante asiatico. La Cina teme l'aumento delle minacce terroristiche all'interno dei propri confini, soprattutto dall'Afghanistan verso lo Xinjiang, la regione autonoma nord-occidentale dove una parte della minoranza della popolazione autoctona, gli uighuri, rivendica l'indipendenza del territorio dal governo centrale di Pechino. Proprio l'Afghanistan, assieme al Pakistan e al Tagikistan sono state al centro di un'alleanza anti-terrorismo con Pechino, ad agosto scorso.
La sicurezza è stata anche al centro del meeting dei primi ministri dei Paesi membri della Shanghai Cooperation Organization (Sco) che si è tenuto settimana scorsa a Bishkek, in Kirghizistan. Il primo ministro cinese, Li Keqiang, nel su intervento ha sottolineato l'importanza della sicurezza "comune, complessiva, cooperativa e sostenibile" tra i Paesi membri per proteggere cittadini, istituzioni, aziende e personale. Proprio a Bishkek, negli ultimi giorni di agosto, un'auto si era schianta contro il cancello dell'ambasciata cinese prima di esplodere, provocando cinque feriti tra il personale della sede diplomatica cinese, oltre alla morte dell'uomo al volante che, secondo i riscontri delle indagini condotte dalle autorità kirghise, sarebbe stato addestrato da militanti uighuri operativi in Siria. Durante il viaggio in Kirghizistan, il premier ha visitato l'ambasciata cinese di Bishkek, che porta ancora i segni dell'attacco suicida, e ha tenuto un discorso davanti al personale diplomatico.
10 NOVEMBRE 2016
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