Di Geminello Alvi
Ancona, 04 ago. - Lee Jong-Wha, direttore dell' Asiatic Research Institute at Korea University si è provato in un suo articolo a dare una stima limite al calo della crescita cinese nei prossimi decenni. Per farlo ha messo a confronto i dati della crescita di lungo periodo cinesi con quelli dei suoi due più potenti vicini asiatici. Se infatti il Pil pro capite medio annuo della Cina è cresciuto dell'8,7% dal 1980 al 2015, tuttavia il suo livello attuale risulta di più di quaranta anni indietro rispetto al Giappone e di circa venti rispetto alla Corea del Sud. La crescita del prodotto pro capite del Giappone è stata in media dell'8,6% negli anni sessanta prima di precipitare al 3-4% nei due decenni seguenti, quella della Corea del Sud è scesa dal 7-8% negli anni settanta e ottanta al 4% nel decennio dopo il 2000. In conclusione la rincorsa cinese potrebbe inquadrarsi bene nei percorsi di crescita dei suoi vicini.
E si spiega pure il fatto che il tasso annuale cinese risulti ormai sotto il 7% e sia iniziato a rallentare appena il reddito pro capite ha raggiunto gli 8.000 dollari. Infatti se in Cina la spesa per investimenti supera ancora 45% del PIL, Giappone, Corea del Sud e Cina avevano pure loro mantenuto elevati livelli di investimento con un picco a quasi il 40% del PIL in Giappone negli anni settanta, e livelli simili in Corea del Sud negli anni novanta. Ma ogni volta la riduzione degli investimenti, per via del calo dei rendimenti ha in seguito rallentato il processo di convergenza. Un aumento dell'innovazione tecnologica, e uno spostamento dai settori a bassa produttività potrebbe, è vero sostenere la crescita. E la Cina, come Giappone e la Corea del Sud prima di lei, sta perseguendo questo aggiustamento.
Ma la diminuzione della crescita della forza lavoro, a causa dei bassi tassi di fertilità e dell'invecchiamento della popolazione l'ostacola. Secondo le Nazioni Unite, il tasso medio di crescita della popolazione in età lavorativa sarà del -0,1% nel 2010-2020, in forte calo dall'1,5% del decennio precedente. Inoltre, se l'occupazione si sposta al settore dei servizi, la crescita della produttività totale potrebbe calare, come in Giappone e Corea del Sud. In Cina, la crescita del PIL per lavoratore nel settore dei servizi è stata solo 1,3% nel 1981-2010, rispetto al 15,1% nel settore manifatturiero. Anche perciò infine Lee Jong-Wha suggerisce che il tasso di crescita del PIL della Cina scenderà al 5-6% nel prossimo decennio, verso il 3-4% nel lungo periodo.
04 AGOSTO 2016
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