Di Eugenio Buzzetti
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Pechino, 9 ott. - La Cina non tollererà violazioni alla propria sovranità nazionale nel Mare Cinese Meridionale. Lo ha dichiarato oggi il Ministero degli Esteri di Pechino in risposta alla possibilità di un invio di navi militari statunitensi nelle acque contese tra la Cina e altri Paesi del sud-est asiatico già nelle prossime due settimane, secondo quanto dichiarato al Financial Times da un funzionario statunitense. "Non tollereremo mai che alcun Paese possa violare le acque territoriali cinesi e lo spazio aereo delle isole Spratly, in nome della protezione della libertà di navigazione e di sorvolo", ha dichiarato oggi la portavoce, Hua Chunying, che ha chiesto di "evitare azioni provocatorie".
Cina e Stati Uniti sono divise sul Mare Cinese Meridionale riguardo ai lavori di ampliamento per la realizzazione di strutture militari su alcune isole contese tra Cina e Filippine. Pechino ha ribadito in diverse occasioni di non avere intenzione di militarizzare l'area, ma i lavori di ampliamento sono stati oggetto delle attenzioni degli analisti militari di Washington e documentati, anche di recente, da alcune immagini aeree. Oltre alle Filippine, Anche il Vietnam, la Malaysia, il Brunei e Taiwan reclamano diverse porzioni del Mare Cinese Meridionale che Pechino considera parte integrante delle proprie acque territoriali.
Pechino si è detta preoccupata per la possibilità che il Pentagono decida l'invio di navi della Marina degli Stati Uniti nelle acque contese tra Pechino e alcuni Paesi del sud-est asiatico, un segnale che Washington non riconosce le dispute di sovranità territoriale in corso nell'area, secondo gli analisti militari. Le navi statunitensi, aveva spiegato al Financial Times un funzionario di Washington che ha preferito parlare in forma anonima, potrebbero entrare nelle prossime due settimane anche all'interno delle dodici miglia nautiche delle isole contese tra Pechino e altri Paesi della regione, su alcune delle quali la Cina sta compiendo lavori di ampliamento per ospitare strutture militari. Una mossa che non piace a Pechino.
"Speriamo che gli Stati Uniti possano guardare alla situazione attuale del Mare Cinese Meridionale da una prospettiva giusta e obiettiva - ha spiegato la portavoce del Ministero degli Esteri, Hua Chunying - e giocare un ruolo costruttivo insieme alla Cina nel mantenimento della pace e della stabilità" nella regione. Le dispute di sovranità nel Mare Cinese Meridionale sono state tra i punti di maggiore frizione tra Cina e Stati Uniti, in occasione della recente visita del presidente cinese, Xi Jinping, negli Usa. La mossa di Washington sarebbe un segnale, per gli analisti, che durante il vertice bilaterale, Xi e Obama non hanno raggiunto un accordo. Durante la conferenza stampa congiunta alla Casa Bianca, il presidente cinese aveva ribadito la posizione di Pechino sulle dispute in corso. La Cina, aveva sottolineato Xi, sostiene la "libertà di navigazione in base alle leggi vigenti", ribadendo la posizione cinese già espressa più volte in passato.
Il confronto nei mari che bagnano la Cina sarebbe solo una questione di tempo, secondo gli analisti militari, e nonostante le promesse di aumentare le comunicazioni tra le due sponde del Pacifico per evitare errori di calcolo, i rapporti tra Usa e Cina sono tesi da diverso tempo sulla presenza cinese nel Mare Cinese Meridionale, ritenuta troppo aggressiva da Washington. I lavori di ampliamento delle non piacciono a Washington: Pechino aveva promesso di interromperli, a fine luglio, ma nuove immagini satellitari hanno di recente mostrato una ripresa. La possibilità che gli Usa portino le proprie navi nelle acque che la Cina considera proprie arriva a ridosso della decisione del Tribunale Internazionale dell'Aia sulla possibilità di decidere o meno riguardo alla causa intentata dalle Filippine nei confronti della Cina sulla legalità della "nine dash line", la linea tracciata da Pechino sull'area di mare che ritiene proprio territorio esclusivo. I nuovi confini delle acque territoriali cinesi comprendono una grandissima parte del Mare Cinese Meridionale, ricco di risorse sia ittiche che energetiche, e snodo fondamentale del commercio mondiale, che conta circa per il 30% delle rotte marittime, su cui transitano ogni anno beni per un valore stimato in oltre cinquemila miliardi di dollari.
09 OTTOBRE 2015
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