Roma, 30 apr. – La Cina monitorerà attentamente gli Stati Uniti nelle parole e nei fatti, questo il commento del portavoce del ministero degli Esteri Qin Gang durante una conferenza stampa di routine lunedì a poche ore dalla firma di Filippine e Stati Uniti di un Accordo di cooperazione e difesa teso ad aumentare la presenza delle forze americane nelle Filippine. Il portavoce del ministero ha sottolineato l’importanza di promuovere la fiducia reciproca nella regione Asia Pacifico rispettandosi l’un l’altro: “Cina e Stati Uniti hanno vasti interessi in comune nella regione Asia-pacifico”, ha commentato il portavoce che ha ribadito la necessità di rafforzare la cooperazione e compiere sforzi comuni con altri paesi della regione per promuovere pace, stabilità e prosperità. L’accordo tra gli Stati Uniti e le Filippine - che dà accesso temporaneo alle forze americane ad alcuni campi militari consentendo loro di posizionare navi e jet da combattimento - ha l’obiettivo, ha sottolineato Obama, di promuovere la sicurezza regionale e non di contrastare la Cina e il suo aumentato potere nella regione, “Washington spera di poter lavorare e collaborare con la Cina”, aveva commentato il presidente americano. Intanto le Filippine fanno sapere che ora Washington ha l’obbligo di assistere le Filippine in caso di attacco ai propri territori o alle proprie forze armate nel mar cinese meridionale.
OBAMA ALLA CINA:
SOSTEGNO USA A MANILA E' BLINDATO
di Sonia Montrella
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Roma, 29 apr.- Da Manila, dove ha chiuso il suo viaggio in Asia, Barack Obama ha lanciato un monito alla Cina: sulle dispute territoriali in corso nel Pacifico gli Usa "hanno promesso" alle Filippine "un sostegno militare blindato". Secondo un accordo siglato lunedì dalle due nazioni, gli Stati Uniti incrementeranno la loro presenza nelle basi dell'arcipelago.
"Riteniamo che tutti i popoli e le nazioni abbiano il diritto di vivere in pace e in sicurezza vedendo rispettata la propria sovranità territoriale" ha detto il presidente degli Stati Uniti
davanti a militari filippini e americani aggiungendo: "Crediamo che le leggi internazionali debbano essere tutelate, la libertà di navigazione preservata e il commercio non ostacolato". Ma soprattutto "le dispute devono essere risolte pacificamente e non attraverso l'uso della forza o intimidazioni".
Manila e Pechino si contendono da tempo la sovranità su una manciata di scogli e di isole nel Mare Cinese Meridionale. Una disputa che ha portato di recente le due vicinissime a una vera e propria crisi diplomatica dopo la decisione delle Filippine di porre la questione all'attenzione delle Nazioni Unite per un arbitrato internazionale.
Una mossa che non era andata giù alla Cina: "Quello che le Filippine hanno fatto ha seriamente danneggiato le relazioni bilaterali con la Cina" aveva dichiarato Sun Xiangyang dell'ambasciata cinese di Manila. "Troviamo molto difficile comprendere questa mossa da parte delle Filippine e siamo profondamente disturbati e preoccupati dalle conseguenze".
Giorni fa a Tokyo, prima tappa del suo tour che ha toccato anche la Corea del Sud e la Malesia, Obama ha ribadito la posizione americana di appoggio a Tokyo nella disputa di sovranità con la Cina sull'arcipelago delle Senkaku/Diaoyu, nel Mare Cinese Orientale, e ha discusso con il primo ministro giapponese del "ribilanciamento" della politica americana in Asia orientale, il pivot, su cui Obama punta per un ribilanciamento nei rapporti tra gli Usa e i Paesi della regione.
"La politica degli Stati Uniti è chiara: le isole Senkaku sono amministrate dal Giappone e quindi rientrano nell'ambito del Trattato nippo-statunitense sulla sicurezza e cooperazione reciproca. E ci opponiamo con forza a qualsiasi tentativo unilaterale di sabotare l'amministrazione nipponica dell'arcipelago" ha dichiarato il presidente riferendosi alle isole con il loro nome giapponese.
29 aprile 2014
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