Lo S&P500 ha archiviato il mese di gennaio con un rialzo del 5%, migliore performance dall'ottobre 2011, e con volumi ai massimi dall'agosto 2011. I prezzi si trovano tuttavia ora in prossimità della resistenza dei 1.552/1.576 punti, ostacolo che già a marzo 2000 e ottobre 2007 ha frenato il rialzo. La rottura di questa resistenza sarebbe, senza esagerazioni, un risultato epocale, nel senso che porrebbe fine alla lunga fase laterale disegnata negli ultimi 12 anni segnalando la ripresa dell'uptrend visto dai minimi degli anni '80. Oltre i massimi del 2000/2007 si rivelerebbe un potenziale rialzista nell'ordine dei 900 punti, proporzionale all'ampiezza del "rettangolo" formatosi a partire dal marzo 2000. La forza del rialzo dimostrata nelle ultime settimane lascia pensare che il mercato almeno un tentativo di test dei 1.575 punti lo voglia mettere a segno. Il risultato di questo sforzo tuttavia è molto incerto. Prudentemente quindi se lo S&P500 dovesse avvicinare i 1.550/1.575 punti sarebbe opportuno alleggerire o neutralizzare le posizioni al rialzo in attesa di convincenti segnali di conferma della forza del trend. Ritorni sotto i 1.475 punti, massimi di settembre, farebbero invece temere l'avvio di una fase correttiva prolungata di tutta la salita vista dai minimi del 2009, con primo target in area 1.300, sulla trend line che sale dai minimi di marzo 2009.
In attesa di verificare quale potrebbe essere il destino degli indici azionari Usa verso quale direzione potrebbe rivolgere le proprie attenzioni il risparmiatore in cerca di opportunità di diversificazione rispetto agli impieghi domestici?
Una prima opportunità potrebbe essere data dalla Cina. L'indice della Borsa di Shanghai ha superato al rialzo la media mobile a 52 settimane a inizio gennaio e da allora ha fatto registrare un'accelerazione sia in termini di prezzi sia di volumi scambiati. Il primo target dell'indice potrebbe essere quello dei 2.550 punti, dove coincidono la trend line ribassista disegnata dal top di fine 2010 e il 38,2% di ritracciamento del ribasso dal top di metà 2009 (quota derivata dalla successione di Fibonacci). La rottura di questa soglia sarebbe da considerare un vero e proprio segnale favorevole a una inversione del trend ribassista degli ultimi 3 anni e mezzo circa, con obiettivi fino ai 3.000 punti almeno e resistenza intermedia a 2.750 punti. Il ritorno sotto la media mobile a 52 settimane, ora in transito a 2.235, metterebbe in seria discussione le prospettive di crescita dell'indice.
Una seconda via percorribile alla ricerca di filoni di investimento alternativo potrebbe essere quella della Borsa giapponese. L'indice Nikkei si è infatti ben comportato nel corso dell'ultimo bimestre, mettendo a segno una crescita del 20% circa. Il problema per l'investitore europeo è che la rivalutazione del Nikkei è stata in buona parte dovuta alla debolezza dello yen contro euro e contro dollaro, debolezza che ha favorito le prospettive di profitto delle aziende esportatrici ma che ha anche condizionato notevolmente il risultato di un ipotetico investimento nell'indice azionario del Sol Levante. Le cose potrebbero tuttavia cambiare nel caso di superamento da parte del Nikkei degli 11.400 punti, massimo di inizio aprile 2010 coincidente con il 38,2% di ritracciamento del ribasso dal picco del 2007, quota significativa derivata dalla successione di Fibonacci. Oltre quella soglia si aprirebbero spazi di crescita significativi, fino ai 12.700 punti almeno.
Dall'altra parte del mondo i riflettori potrebbero puntarsi sul Brasile. Il Bovespa è al momento relativamente stabile. Solo la rottura di 64.000 fornirebbe segnali favorevoli a un rialzo duraturo, diretto verso 70.000 almeno, ma in favore dell'investitore domestico potrebbe giocare in questo caso l'effetto cambio.
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Forex
Euro in retromarcia
La settimana scorsa ha visto la moneta europea in affanno nei confronti delle altre principali valute. Graficamente l'euro si è allontanato rapidamente dai massimi fatti registrare contro dollaro a inizio mese a 1,3710 circa, tornando in prossimità della media a 40 ore in area 1,3320, prossimo supporto nel breve che, assieme a quello un po' più in basso posto a 1,3250, avrà il compito di rilanciare il trend rialzista di fondo del cambio. Il recupero che si è sviluppato dai bottom estivi gode ancora di buona salute e il recente calo può essere interpretato come una correzione fisiologica del precedente movimento. Sopra 1,3250 resteranno elevate le possibilità di assistere a un nuovo spunto rialzista che dia continuità alla crescita verso il target a 1,40, obiettivo raggiungibile una volta oltrepassati gli ostacoli intermedi a 1,35 e 1,3750. Il cedimento di quota 1,3250 aprirebbe invece una crepa da non sottovalutare nella struttura rialzista, rendendo probabile il proseguimento del cammino verso i sostegni successivi presenti a 1,30 e 1,2870.
Anche nei confronti della sterlina la valuta unica ha ceduto terreno scaricando l'ipercomprato che si era accumulato sui principali oscillatori di breve. Prezzi che dovessero confermarsi sotto area 0,8550 favorirebbero il proseguimento del consolidamento verso i sostegni presenti tra 0,8250 e 0,8330. Il trend rialzista degli ultimi mesi troverà nuova spinta solo con il superamento dei recenti massimi in area 0,87.
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11/02/2013