di Antonio Talia
Twitter@AntonioTalia
Milano,8 ott.- Dalla Banca Mondiale ancora previsioni al ribasso per lacrescita cinese: secondo l'ultimo rapporto East Asia and Pacific DataMonitor, diffuso lunedì, nel 2012 la crescita del Dragone si attesteràa quota 7,7%, un robusto calo rispetto all'8,2% che la stessa BancaMondiale ipotizzava non più tardi del maggio scorso.
"L'attivitàreale in tutte le economie avanzate continua a essere deludente, mentrela debole ripresa americana e la recessione in Europa provocano un calodelle esportazioni in tutta l'area Asia Orientale-Pacifico" si leggenel dossier. Sul fronte cinese, le preoccupazioni della Banca Mondialesi concentrano anche sul calo della domanda interna: "La domandainterna aumenta nella maggior parte delle nazioni della regione, ma inCina sta ulteriormente rallentando in seguito alle misure introdotte loscorso anno per raffreddare il mercato immobiliare" prosegue ilrapporto. In particolare, nella prima metà del 2012 la domandacomplessiva interna del Dragone è scesa, e nel secondo trimestre questofattore ha contribuito per l'8,4% alla crescita, contro il 9,7%registrato nello stesso periodo del 2011.
Per gli analisti diWorld Bank si tratta di un calo dovuto soprattutto alla frenata degliinvestimenti delle aziende private, mentre le grandi compagnie di Statosono tornate a investire già dalla fine dello scorso anno. Cresconoanche i consumi individuali, sostenuti da un aumento dei salari–specialmente per i lavoratori immigrati dalle province interne allearee industriali- stimato attorno al 13% in termini reali anno su anno.
In generale, insomma, si ravvisa un trend che starebbe bilanciando glisquilibri dell'economia cinese, dato che nel 2011 (per la prima voltadal 1952) i consumi interni hanno contribuito alla crescita del PIL piùdegli investimenti, ma se la tendenza è incoraggiante, ancora nonbasta: "Sembra ancora troppo presto per affermare che le cose stianodavvero cambiando. Una politica monetaria più rilassata adottata findall'inizio di quest'anno, insieme a un eventuale stimolo ai governilocali, sono due fattori che potrebbero nuovamente invertire il trend".
Tuttavia, sottolinea il rapporto, "la frenata della Cina nel2012 è significativa, e si teme che possa accelerare ulteriormente infuturo": la chiave della situazione, ancora una volta, va rintracciatanel pacchetto di stimoli economici approvati nel 2008 per fronteggiarela crisi globale, che hanno tuttavia determinato un notevole aumentodell'inflazione e dei prezzi degli immobili, tanto da suscitare vastitimori sul possibile scoppio di una bolla speculativa. Per contenere irischi, dal 2010 il governo cinese ha adottato severe misurerestrittive, capaci da un lato di condurre a una riduzione dei prezzi edel costo della vita, ma anche responsabili del rallentamentocomplessivo dell'enorme macchina produttiva del Dragone. Nonostantenegli ultimi mesi la leadership cinese sia tornata alle politicheespansive –due tagli del tasso d'interesse, a giugno e luglio, enumerose riduzioni dei requisiti di riserva obbligatoria- la BancaMondiale non crede che Pechino tornerà presto a varare misure distimolo, per paura che l'inflazione e i pericoli di bolla speculativapossano tornare a mordere.
"Riteniamo che nei prossimi mesi lasituazione economica continuerà a mostrarsi debole, con misureespansive limitate, correzioni al mercato immobiliare e domanda esternain flessione" conclude il rapporto. Per tornare a una Cina capace dicrescere all'8% bisognerà aspettare il 2013, insomma. Il temponecessario a curare gli squilibri interni del Dragone.
ARTICOLI CORRELATI
LA FINE DELLA GUERRA ALLO YUAN
Rallenta inflazione a settembre +1,9%
Fmi: improbabile hard landing per l'economia cinese
Cina: "appropriata" decisione di disertare FMI
GOVERNATORE BANCA CENTRALE DISERTA VERTICE FMI A TOKYO
FMI A TOKYO: ALLARME RECESSIONE GLOBALE
BANCA MONDIALE, PREVISIONI AL RIBASSO: NEL 2012 CINA AL 7,7%
HSBC: INDICE MANIFATTURIERO SI CONTRAE A SETTEMBRE
Indice Pmi servizi ai minimi da quasi due anni
L'economia non frena, rifiata - Verso un Modello Cina 2.0
Crisi Dongguan: la citta' modello rischia la bancarotta
PBOC:"FRENATA ECONOMIA E' EFFETTO DESIDERATO"
CRACK A CATENA: RISCHIO DOMINO NELLO ZHEJIANG
© Riproduzione riservata