«Nei giorni di Milano Unica China c'è stato un grande movimento nel nostro stand: ho visto i buyer cinesi osservare, valutare e poi fare gli ordini e posso garantire che la loro scelta è sempre caduta sui tessuti migliori, vuoi per particolarità dei materiali vuoi per contenuto moda. Hanno imparato a riconoscere la vera qualità». Il racconto è di Giovanni Santi, fondatore e della Beste, realtà tessile toscana che dal 2001 ha iniziato un processo di verticalizzazione e ora ambisce a essere un'impresa attiva sull'intera filiera. Nel 2011 il fatturato Beste, nata nel 1992 a Prato, ha raggiunto i 42,5 milioni di euro, la divisione tessuti è ancora preponderante, con uno stabilimento di 18mila metri quadrati a Usella, ma l'abbigliamento è in forte crescita.
«Proprio perché vediamo ampi margini di espansione in Italia e all'estero abbiamo cominciato a cercare un partner produttivo e lo abbiamo trovato in Cina – spiega Santi da Pechino –. Abbiamo firmato un accordo con il gruppo Humao Anjin per la realizzazione di uno stabilimento in Cina che abbia caratteristiche strutturali e organizzative identiche a quelle del nostro stabilimento italiano. Ma con dimensioni molto maggiori: occuperà una superficie di circa 70mila metri e richiederà un investimento di 30 milioni di euro. Lo scopo è duplice: da una parte aumentare la produzione in modo da conquistare spazi in Europa e non solo. Ma vogliamo anche preservare l'occupazione pratese: l'obiettivo dell'accordo con Humao è di produrre a costi di mano d'opera ed energia sensibilmente più bassi rispetto a quelli italiani e ma nelle unità produttive pratesi si continuerà a fare ricerca e a lavorare su prototipi e piccole produzioni».
Nel 2012 Beste ha anche lanciato un ambizioso progetto di abbigliamento, Uptobe, presentato a Pitti in gennaio. «In due tre anni vorremmo superare i 15 milioni di fatturato. La prima campagna vendite ci fa ben sperare: per l'autunno-inverno 2012-2013 avevamo messo a budget 2omila capi e siamo già oltre». Santi conferma l'importanza di iniziative come Milano Unica China (che si è tenuta dal 28 al 30 marzo, si veda anche Moda24 di venerdì scorso), che danno la possibilità di avvicinare le aziende italiane al grande mercato cinese. Un successo confermato dai commenti di Silvio Albini, presidente di Milano Unica: «Più della metà dei nostri 95 espositori non avevano mai intrattenuto direttamente o indirettamente rapporti con la Cina. La loro totale soddisfazione, anche per i contatti avviati, è la migliore conferma che facendo sistema e massa critica si possono vincere sfide apparentemente impossibili».
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03/04/2012