Pechino, 18 lug.- La Cina introdurrà un progetto pilota per creare un mercato nazionale di compravendita delle emissioni CO2: lo hanno rivelato alcuni giorni fa i media cinesi, senza specificare né i tempi né i metodi di applicazione.
"La Cina promuoverà lo sviluppo del mercato attraverso l'introduzione di tariffe punitive per tutte le industrie ad alto dispendio di energia e l'applicazione di nuove politiche" ha dichiarato ieri all'agenzia di Stato Xinhua Xie Zhenhua, alto funzionario del governo, tra i principali negoziatori ai vertici internazionali sui cambiamenti climatici.
Pechino aveva già annunziato l'intenzione di introdurre un progetto pilota in alcune tra le principali città entro il 2013, allargandolo al resto del paese entro il 2015.
La Cina, prima al mondo per emissioni dannose, ha tracciato alcune linee guida per ridurre il CO2, tra i principali responsabili dei cambiamenti climatici, mentre l'intero paese deve fronteggiare alti tassi d'inquinamento, un incremento dell'urbanizzazione e un aumento dei consumi energetici, necessari a sostenere la continua crescita economica della nazione.
Il mercato delle emissioni è un meccanismo già ampiamente diffuso altrove, che consiste nel fissare un tetto alle emissioni prodotte dalle industrie. Una volta superati tali limiti, le aziende più inquinanti possono acquistare sul mercato i diritti di emissione risparmiati dalle industrie più virtuose.
Gli analisti del settore ambientale sostengono che la Cina è molto interessata a introdurre un mercato funzionante delle emissioni di carbone, in particolar modo con l'avvicinarsi della scadenza del Protocollo di Kyoto, nel 2012.
La Cina e gli altri paesi emergenti non sono obbligati dal protocollo a ridurre le emissioni di CO2.
Il Dragone si è comunque impegnato a ridurre tra il 40% e il 45% entro il 2020 la massa di gas dannosi impiegati per produrre un'unità di PIL.
di Antonio Talia
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