«Il progetto – spiega Mannucci – si colloca all'interno di una strategia di crescita che prevede una copertura dei principali mercati del lusso e di uno sviluppo del canale di distribuzione diretto. Abbiamo preferito adottare un piano che prevedesse una penetrazione di mercato capillare e che contenesse una struttura progettuale solida, in un'ottica di medio-lungo periodo, per garantire una copertura efficace delle significative opportunità di crescita che offre questo mercato nel nostro segmento, quello dell'abbigliamento da uomo di fascia alta».
Nel 2009 il fatturato di Isaia è stato di 25 milioni di euro, in calo rispetto al 2008, a causa della crisi che ha colpito l'intero settore della moda, ma quest'anno la tendenza è invertita: «Nel periodo gennaio-agosto le vendite sono salite del 16% rispetto allo stesso periodo del 2009 e le campagne vendite praticamente concluse per le collezioni della primavera/estate 2011 indicano un aumento del 40% – racconta ancora Mannucci – . Nei prossimi anni continueremo a investire nel retail, le città a cui daremo la precedenza, per aprire dei flagshipstore, sono New York e Tokyo, dove vorremmo sbarcare entro il 2012. Gli Stati Uniti sono sempre stati il nostro mercato straniero principale ma in futuro vorremmo che la Cina li raggiungesse».
Oggi Isaia ha cinque flagshipstore: uno a Mlano, tre in Russia (Mosca, San Pietroburgo ed Ekaterinburg) e uno in Ucraina (Kiev) ed è presente in department store internazionali come Saks, Neiman Marcus e Barneys. In futuro anche internet potrà essere un canale di distribuzione: «Anche in questo caso, vogliamo prima studiare rischi e opportunità, poi non ci tireremo indietro».
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27/09/2010
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