Pechino, nov. 27 - Nel 2010 il Dragone potrebbe fronteggiare un contraccolpo protezionistico a causa dell'eccezionale produzione degli ultimi mesi: lo sostiene un rapporto appena pubblicato dalla Camera di Commercio dell'Unione Europea in Cina, secondo il quale l'immenso pacchetto di stimoli all'economia varato dal governo di Pechino nel novembre dell'anno scorso ha ulteriormente aggravato il problema della sovrapproduzione nel settore manifatturiero. A continuare a crescere in modo miope sarebbero soprattutto il settore dell'acciaio, quello del cemento e quello delle materie plastiche: "Dalla seconda metà del 2010 assisteremo a un ulteriore aumento di procedure antidumping per concorrenza sleale contro la Cina,- ha dichiarato il presidente della Camera Joerg Wuttke - visto che la sovrapproduzione cinese sta infliggendo una notevole pressione politica ai nostri leader. Siamo molto preoccupati dal protezionismo". Negli ultimi mesi i prodotti cinesi sono stati oggetto di diverse misure, tra cui i dazi imposti dagli USA su tubi d'acciaio e pneumatici. Nonostante l'obiettivo principale del pacchetto di stimoli da 4 mila miliardi di yuan (circa 400 miliardi di euro) fossero le infrastrutture le misure, secondo la Camera di Commercio dell'Unione Europea, hanno causato una sovrapproduzione in settori come quello dell'acciaio, dell'alluminio, del cemento, e anche nel chimico, nella raffinazione del petrolio e nel meccanico per l'energia eolica. Wuttke e gli altri esperti della Camera, ad esempio, stimano la sovrapproduzione cinese nel settore dell'acciaio tra i 100 e i 200 milioni di tonnellate, cioè tra il 15% e il 30% della produzione totale. "La sovrapproduzione non è rischiosa solo sul fronte di un eventuale aumento dei crediti non esigibili - ha scritto Wuttke - ma anche perché mina la capacità delle imprese di investire in innovazione e nel rispetto delle norme sull'ambiente".