La Cina è iperattiva su diversi scacchieri economici e la crisi globale sta ulteriormente accelerando questo processo. Mentre la Thailandia si prepara a ospitare il 14simo summit dei paesi ASEAN (Association of South East Asian Nations) e una folla di manifestanti si riversa nella città di Pattaya, luogo del vertice, Pechino ha fatto sapere da qualche giorno che Cina e ASEAN potrebbero firmare un nuovo trattato economico già da questa settimana. "Sembra che questa misura verrà completata e adottata facilmente in tempi brevi" ha dichiarato ai reporter Hu Zhengyue, assistente del ministro degli Esteri cinese. Il funzionario non ha fatto altro che seguire la linea dettata da un altro e più illustre Hu, il presidente Hu Jintao:"L'incontro 'dieci più uno' vedrà la firma di un trattato che sancirà che i negoziati per una zona di libero scambio tra Pechino e le dieci nazioni dell'ASEAN sono finalmente completi. Alla luce della crisi finanziaria in corso riteniamo estremamente importante che le due parti continuino a rinforzare scambi e investimenti" aveva dichiarato qualche settimana fa il leader cinese, senza dilungarsi sui dettagli dell'accordo. Di sicuro la presenza di Pechino al vertice è ai massimi livelli: il premier Wen Jiabao guida una squadra di funzionari economici che sembrano intenzionati a confermare la Cina come uno dei pilastri della crescita in tutta la regione. Il Dragone ha recentemente lanciato degli swap monetari con Indonesia e Malesia e Hu ha dichiarato che il governo cinese è pronto ad accordi simili con altri paesi del sudest asiatico. Tra le altre misure che potrebbero essere discusse ci sono nuovi progetti nelle infrastrutture come ferrovie, aeroporti, autostrade, e sostegni alle compagnie cinesi che intendono investire nella zona. La Cina aveva già firmato nel 2002 un trattato con i 10 membri dell'ASEAN (Brunei, Cambogia, Filippine, Indonesia, Laos, Malesia, Myanmar, Singapore, Thailandia e Vietnam), con il quale si fissava il 2010 come data ultima per stringere i legami commerciali tra i vari paesi. E se agli incontri saranno presenti anche Corea del Sud e Giappone, lo yuan intanto si candida a diventare sempre più la vera moneta cardine di tutte le economie della regione: lo testimonia l'apertura di Pechino ad utilizzarlo come valuta per fissare gli scambi non solo con la Regione Amministrativa Speciale di Hong Kong, ma anche coi paesi ASEAN limitrofi come Vietnam, Cambogia e Laos. Qual è la situazione di queste nazioni? Secondo una stima dell'Asian Development Bank la crescita media delle economie emergenti nell'area si aggirerà intorno al 3.4%,il risultato peggiore dalla crisi delle "tigri asiatiche" degli anni '90 e ben al di sotto del 6.3% registrato l'anno scorso. Particolarmente colpiti risultano i paesi con economie fortemente orientate alle esportazioni come il Vietnam (che ha registrato un calo del 15% dell'export nel primo trimestre 2009 rispetto allo stesso periodo del 2008), la Thailandia e l'Indonesia. Ancora più duramente è stata colpita Singapore, che nel terzo trimestre del 2008 è entrata in una fase di recessione che ha portato la crescita annuale ad un +1.1% rispetto al 7.8% registrato nel 2007. I funzionari cinesi hanno più volte dichiarato negli ultimi mesi di non essere i "salvatori dell'economia mondiale". Ma la leadership di Pechino su tutto il sudest asiatico, e oltre, appare ormai difficile da mettere in discussione.