di Giulia Crivelli
Può sembrare strano, ma l'uomo che guida il più famoso e redditizio brand del lusso francese ha una formazione matematica. Yves Carcelle, presidente e Ceo di Louis Vuitton dal 2002, ha una laurea in quella che è considerata la regina delle scienze, presa all'École Polytechnique di Parigi, a cui si aggiunge un master in Business administration dell'Insead. Forse sta anche in questa combinazione di formazione teorica e pratica il successo di Carcelle, uomo chiave di Lvmh, il gruppo guidato da Bernard Arnault che comprende marchi come Dior, Kenzo, Emilio Pucci, Fendi, solo per citare l'abbigliamento.
Tra le felici intuizioni di Carcelle, entrato in Lvmh nel 1989 come direttore strategico, c'è quella di aver aperto le porte di Vuitton al geniale stilista americano Marc Jacobs, direttore creativo dal 1998, che a sua volta non ha avuto remore a instaurare collaborazioni con colleghi designer e soprattutto con artisti. Ma quello che succederà tra pochi giorni a Tokyo è un passo ulteriore: il 4 settembre aprirà un temporary store Louis Vuitton all'interno del negozio Comme des Garçons di Kottodori Omotesando. Rei Kawakubo, fondatrice e stilista del marchio giapponese, ha dedicato e ridisegnato l'intero store in onore di Louis Vuitton, con un allestimento che rimarrà per tutta la durata del progetto, fino cioè alla metà dicembre.
Monsieur Carcelle, la maison Vuitton negli ultimi anni ha avviato collaborazioni e contaminazioni con l'arte contemporanea. Ma quello che succederà a Tokyo è qualcosa di diverso. Di chi è stata l'idea?
Come spesso accade per i progetti creativi, tutto nasce da un'amicizia e dalla stima reciproca che ci lega a Rei Kawakubo, stilista coraggiosa e rivoluzionaria, dagli esordi (la griffe è nata nel 1969, ndr) fino a oggi. Quasi per caso, abbiamo scoperto quanto fossero state importanti, per Rei, le collezioni Vuitton degli anni 70, che per lei ancora evocano un'atmosfera magica. Il suo sogno era "ridisegnare", secondo la sua personale poetica, alcuni modelli iconici di Vuitton. Intorno a questo è nata l'idea del temporary shop di Tokyo.
In questo progetto giapponese c'è una forte componente di esclusività, forse oggi è diventato tutto troppo accessibile, persino nel mondo del lusso?
Avremo uno "store nello store", dedicato a Vuitton e gestito da noi, ma disegnato da Rei. I prodotti saranno solo sei: con la tela Monogram la stilista ha creato due party bag, piccole pochette da sera con manici oversize in cuoio naturale. Poi ci sono due classiche borse Louis Vuitton, la Papillon e la Mini HL, che Rei ha personalizzato, usando, rispettivamente, charms con animali kawaii e molti piccoli manici. Infine ci sono due modelli leggendari degli anni 70, la Petit Marceau e la Sac 2 Poches, spuntati dai ricordi di Rei, che forse li aveva visti nelle prime vetrine giapponese di Vuitton. Le sei borse "ricreate" si potranno guardare e ordinare, ma per possederle bisognerà aspettare, perché verranno consegnate solo in un secondo tempo. La filosofia è quella dell'edizione limitata, certo, ma anche di un "ordine su misura".
Come definirebbe oggi il lusso?
Personalmente, ho dovuto abituarmi a considerare il tempo, il vero lusso. Quando sono a Parigi, arrivo in ufficio molto presto e a volte rimango fino a notte fonda. E per il resto del tempo sono quasi sempre in giro per il mondo. Ma se parliamo di prodotti, direi che non c'è lusso senza emozione. E nessuna ha ancora inventato le emozioni "sintetiche": per suscitarle servono molti ingredienti, a volte assai misteriosi. Nel caso di Vuitton possiamo contare sulla nostra tradizione, che evoca, forse con un pizzico di nostalgia, le atmosfere di viaggio del diciannovesimo secolo. Su questo patrimonio che ci viene dalla nostra storia, che dura da 154 anni, abbiamo investito con continui stimoli creativi, che sono però sempre rispettosi del passato.
Il negozio di Omotesando segna anche un importante anniversario: era il 1978 quando apriste il primo store Louis Vuitton in Giappone. Cosa la colpisce maggiormente di questo Paese e di questo mercato?
Visitai il Giappone per la prima volta nel 1973 e da allora credo di esserci tornato più di cento volte. Ma continuo a essere impressionato, favorevolmente, dall'accuratezza di questo popolo, dal piacere che ogni persona trae nel fare le cose con meticolosità, nel lavoro e in qualsiasi altro campo. I giapponesi hanno una sorta di ossessione per la qualità. Anche noi di Louis Vuitton siamo ossessionati dalla qualità e forse è per questo che siamo il brand numero uno in Giappone. E non solo, naturalmente. Sulla qualità non possono esserci compromessi e noi mettiamo lo stesso impegno e garantiamo gli stessi standard per ciascuno dei nostri prodotti, dal più piccolo dei portamonete alla più grande delle valigie, al più sofisticato degli abiti.
Gli ultimi dati semestrali di gruppo, pubblicati il 29 luglio sono molto positivi: gli utili (1,541 miliardi di euro) e le vendite (7,799 miliardi) hanno superato le stime degli analisti. E per l'intero anno?
Il numero di persone che ha accesso al mondo del lusso e che vuole farne esperienza continua a crescere, grazie soprattutto ai mercati emergenti, con in testa la Cina, e questo ci fa guardare con ottimismo al futuro. In Cina abbiamo già 23 negozi, che diventeranno 26 entro la fine del 2008, tutti ovviamente controllati direttamente (Vuitton è l'unico brand al mondo ad avere il controllo totale del canale retail, ndr). E lo sviluppo continuerà a questo ritmo probabilmente per i prossimi dieci anni: ci sono decine di città cinesi con più di un milione di persone e per noi sono tutte candidate a ospitare uno store Vuitton.
giulia.crivelli@ilsole24ore.com
I SEI MODELLI «SPECIALI»
Per lo "store nello store" Louis Vuitton, Rei Kawakubo, fondatrice di Comme des Garçons, ha lavorato a sei modelli. Ispirandosi ai suoi ricordi, la stilista giapponese ha scelto la leggendaria tela Monogram per creare due party bag, piccole pochette da sera con manici oversize in cuoio naturale. La stilista ha inoltre personalizzato due classiche borse Louis Vuitton, dotando la Papillon di charms con animali kawaii e la Mini HL di molti piccoli manici (nella foto). La mini collezione è completata da due modelli leggendari degli anni 70, la Petit Marceau e la Sac 2 Poches.
Le borse saranno disponibili unicamente su ordinazione, che verrà ricevuta esclusivamente presso lo store Louis Vuitton Comme des Garçons. Non sarà possibile accettare ordini via telefono o Internet. I clienti riceveranno un certificato contenuto in uno speciale porta carte in cuoio naturale Louis Vuitton, stampato in rilievo con la dicitura Louis Vuitton presso Comme des Garçons. Solo dopo alcuni mesi la borsa verrà recapitata allo store Louis Vuitton prescelto dal cliente. www.louisvuitton.com
30/08/2008