Si chiamano fondi sovrani e sono le nuove 'scatole finanziarie' pubbliche di Pechino. Sono i fondi di investimento controllati direttamente dai paesi emergenti, per lo piu' dai cinesi e dalle 'tigri asiatiche'. Alcuni li considerano i nuovi padroni di Wall Street, altri li vedono come i soccorritori dei colossi finanziari Usa, messi alle strette dalla crisi dei mutui. In molti li temono. Inizialmente sono corsi in aiuto dei grandi istituti bancari americani, ma ora potrebbero anche essere interessate alle grandi banche europee, come hanno gia' iniziato a fare i fondi sovrani arabi.
E' uno shopping miliardario quello dei fondi cinesi, garantito dalle riserve in valuta estera. I sovereign fund cinesi valgono circa 1,4 miliardi di dollari e si espandono a un ritmo di circa il 40%. A differenza dei fondi arabi, i cui asset sono stati gonfiati dalla crescita del prezzo del petrolio e delle materie prime, quelli di Pechino si alimentano delle ingenti riserve di valuta estera. La Cina dispone infatti di circa 1.530 miliardi di dollari di riserve in valuta estera, grazie al suo notevole surplus commerciale, la maggior parte delle quali investite in titoli di Stato statunitensi.
Eppure e' stata l'ultimo paese a creare un fondo sovrano fra i 29 nel mondo che gia' ne sono dotati. A fine settembre ha lanciato Cic (China Investment Corporation), un fondo d'investimento con una dotazione di 200 miliardi di dollari attivo sul mercato azionario.
La sua prima mossa e' stata quella di mettere le mani sul 10% del colosso del private equity Blackstone con un esborso di 3 miliardi di dollari, per poi investire 5 miliardi di dollari per rilevare il 9,9% della banca d'affari Usa Morgan Stanley.
Un attivismo che fa paura all'Occidente. Europa e Stati Uniti temono infatti di perdere il controllo e non a caso sia il Fondo Monetario Internazionale che Bruxelles stanno prendendo le loro misure. L'Fmi sta lavorando a una prima bozza delle linee guida
volontarie a cui dovrebbero attenersi tali fondi che dovrebbe essere messa a punto entro il prossimo ottobre. Mentre la Commissione europea ha di recente presentato le sue proposte per un codice di condotta volontario che regolamenti i rapporti con questi strumenti di investimento pubblico, sul modello del fondo sovrano norvegese. Ma la banca centrale cinese mette in guardia: ostacolare i fondi sovrani potrebbe avere effetti negativi sullo sviluppo dell'economia mondiale.