(Il Sole 24 Ore Radiocor) - Pechino, 30 set - "La crescita
della produzione e' stata contenuta a seguito del ristagno
della domanda da parte dei clienti cinesi e stranieri",
secondo la banca. "L'indice Pmi nel mese di settembre rimane
sotto quota 50, ma mostra segni di stabilizzazione", ha
detto Qu Hongbin, capo economista di Hsbc per la Cina.
Secondo lui, "gli effetti ritardati delle restrizioni al
credito in Cina continueranno a raffreddare l'attivita'
industriale nei prossimi mesi, ma non c'e' motivo di
preoccuparsi che possa verificarsi un forte rallentamento".
"Nonostante il rallentamento globale, ci aspettiamo che
l'economia cinese continui a crescere dall'8,5% al 9% negli
anni a venire", ha previsto l'economista. La crescita del
Pil della Cina e' stata del 9,5% nel secondo trimestre del
2011, dopo il 9,7% nel primo e il 10,4% nel 2010. La
pressione inflazionistica rimane alta in Cina dato che "il
prezzo medio in entrata ha compiuto notevoli progressi al
ritmo piu' veloce in quattro mesi" e che "i produttori hanno
continuato a scaricare i maggiori costi sui loro clienti",
dice la nota Hsbc. I responsabili degli acquisti
intervistati "hanno citato il maggior costo delle materie
prime come il principale motore dell'inflazione", ha detto
ancora la banca.
Col-Mai-Y-
(RADIOCOR) 30-09-11 08:22:43 (0057)FE,CINA 3 NNNN
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