Reazioni del mercato finanziario svizzero
L'indice Swiss Market della Borsa di Zurigo ha aperto oggi in calo del 2%, poi a fine mattinata ha ridotto le perdite ma aleggia un certo pessimismo tra gli investitori. La banca svizzera UBS è arrivata a perdere il 3,3%, il gruppo del lusso Richemont l'1,5%, l'azienda farmaceutica svizzera Roche l'1,8%. Anche il franco svizzero ne ha risentito perdendo terreno rispetto al dollaro e scendendo dello 0,6%. La valuta aveva già registrato un calo nelle prime contrattazioni di venerdì, ma aveva chiuso in rialzo rispetto al dollaro dopo che i dati negativi sull'occupazione negli Stati Uniti avevano provocato un forte calo del biglietto verde.
Polemiche politiche e accuse a Karin Keller-Sutter
Si sono quindi sollevate preoccupazioni per l'economia elvetica, ed è scoppiata anche una polemica politica. La presidente Karin Keller-Sutter è accusata di aver gravemente sottovalutato l'accordo commerciale che pensava di poter garantire con l'amministrazione Trump. Altri critici puntano il dito contro la vasta industria farmaceutica del Paese per aver scatenato l'ira di Trump che ha chiesto loro di abbassare il prezzo dei prodotti per i consumatori americani.
La telefonata "disastrosa" tra Keller-Sutter e Trump
Giovedì sera, secondo diverse fonti vicine alla situazione rivelate da FT, Keller-Sutter ha avuto una telefonata "disastrosa" con Donald Trump. La conversazione, durata 30 minuti, ha concluso oltre tre mesi e centinaia di ore di negoziati in cui i funzionari svizzeri credevano di essere sulla buona strada per ottenere un accordo simile a quello del Regno Unito, con un dazio del 10%. Invece, mentre la Svizzera celebrava la sua festa nazionale, Trump ha annunciato un'aliquota del 39%, una delle più alte al mondo.
Critiche dei media svizzeri
I media svizzeri hanno criticato aspramente Keller-Sutter: il SonntagsZeitung ha definito il fallimento dei negoziati il suo "più grande fiasco", mentre il tabloid Blick è arrivato addirittura a parlare della più grande sconfitta della Svizzera dal 1515, quando perse la battaglia contro i francesi. I funzionari svizzeri sono stati colti di sorpresa perché erano stati indotti a credere che i colloqui con il rappresentante commerciale statunitense Jamieson Greer e il segretario al Tesoro Scott Bessent stessero procedendo bene e che fosse stato raggiunto un accordo provvisorio.
Le aspettative e la realtà dei negoziati
Ad aprile, la Svizzera si era detta fiduciosa di poter concludere rapidamente un accordo commerciale, essendo disposta a impegnare quasi 150 miliardi di dollari in investimenti negli Stati Uniti. Keller-Sutter, ministro delle finanze e presidente quest'anno nell'ambito del sistema di rotazione del Paese, a luglio aveva dichiarato di aver trovato un canale di comunicazione con Trump, a differenza di molti altri Paesi che faticano a ottenere incontri con funzionari statunitensi. Sembrava vicino un accordo con un'aliquota del 10%.
La telefonata e le richieste di Trump
Ma durante la telefonata di giovedì Trump si è interessato solo a una cosa: il disavanzo commerciale di 39 miliardi di dollari della Svizzera con gli Stati Uniti e cosa potesse offrire di più il "ricchissimo" Paese alpino. Secondo le fonti di FT, la telefonata non è andata bene, nel senso che fin dal primo minuto Trump ha chiarito che il 10% non era sufficiente e che l'unica cosa su cui riusciva a concentrarsi era il fatto che la Svizzera "rubasse denaro agli Stati Uniti".
La reazione del Consiglio Federale e l'aliquota al 39%
Il Consiglio federale (governo) ha respinto tale assunto, visto il deficit commerciale di quasi 40 miliardi di franchi svizzeri (42,8 miliardi di euro). Ma la Keller-Sutter non ha ribattuto nulla nella telefonata con Trump, e il risultato è stata l'aliquota al 39%. C'è da dire che le esportazioni di oro, che spesso transitano attraverso la Svizzera per essere raffinato o commercializzato, sono in gran parte responsabili dello squilibrio commerciale del Paese con gli Stati Uniti e che secondo gli esperti possono rappresentare ora una leva negoziale.
Le critiche all'industria farmaceutica
La Camera di commercio svizzero-americana, dal canto suo, insiste sul fatto che gli impegni di investimento della Svizzera potrebbero ancora portare a un accordo migliore. Alcune voci del mondo imprenditoriale hanno criticato aspramente l'influente settore farmaceutico per aver affossato i negoziati. L'amministratore delegato dell'azienda orologiera svizzera Breitling, Georges Kern, ha affermato che il suo Paese è stato "preso in ostaggio" dall'industria farmaceutica che ha irritato Trump.
Speranze per concessioni future
A questo punto, il governo di Berna spera di sfruttare i pochi giorni di tregua concessi da Donald Trump per cercare di ottenere delle concessioni. Secondo l'agenzia svizzera ATS, oggi dovrebbe tenersi una riunione, anche se non vi è ancora alcuna conferma da parte della Cancelleria federale o dei vari ministeri.