AGI - Alla fine quella lettera è arrivata. E con il peggior contenuto possibile agli occhi degli europei. Il presidente americano, Donald Trump, ha deciso: dal primo agosto 30% di dazi universali sui prodotti europei, con differenze per quelli settoriali (che potrebbero essere più alti). E se l'Europa dovesse reagire, la risposta americana sarebbe un ulteriore aumento delle tariffe che si sommerebbe al 30% annunciato.
Per evitare il balzello, gli europei possono "spostare la produzione negli Stati Uniti" oppure "aprire il mercato ed eliminare ogni barriera tariffaria e non tariffaria". Sono queste le condizioni poste dal capo della Casa Bianca.
Inutile nasconderlo, la Commissione europea viene presa di sorpresa. Una doccia fredda che nessuno si aspettava. Fino a ieri a Bruxelles erano convinti che non avrebbero proprio ricevuto una lettera, ma bensì sarebbe stato siglato un accordo di principio, come fu con il Regno Unito. E anche se fosse arrivata questa lettera, il contenuto - secondo le previsioni di chi aveva lavorato ai negoziati - doveva rispondere alle cifre già concordate: un dazio del 10% generalizzato e forse, mal che vada, qualche eccezione al 17%.
Non è andata così. Ora l'Ue deve fare i conti - la riscossione Usa passerebbe da 7 a oltre 116 miliardi di euro - e decidere i prossimi passi. Sono stati convocati d'urgenza gli ambasciatori dei Ventisette per domani alle 15.30.
La sospensione delle contromisure per un valore di 21 miliardi scade la notte tra lunedì e martedì. Poi è ancora congelato un pacchetto di altre contromisure per circa 70 miliardi. Gli europei sono chiamati a decidere quale strada prendere. Le prime dichiarazioni rispondono alla cautela, pur denunciando l'iniquità dell'iniziativa trumpiana.
La presidente della Commissione, Ursula von der Leyen, destinataria della missiva, ha confermato la volontà di raggiungere un accordo ma senza escludere contromisure per garantire gli interessi europei.
E' stata la prima a replicare. "L'imposizione di dazi del 30% sulle esportazioni dell'Ue sconvolgerebbe le principali catene di approvvigionamento transatlantiche, a scapito delle imprese, dei consumatori e dei pazienti su entrambe le sponde dell'Atlantico", ha affermato. "Restiamo pronti a continuare a lavorare per raggiungere un accordo entro il primo agosto. Allo stesso tempo, adotteremo tutte le misure necessarie per salvaguardare gli interessi dell'Ue, inclusa l'adozione di contromisure proporzionate, se necessario", ha aggiunto.
Tutti gli altri leader Ue che sono intervenuti, a partire dal presidente del Consiglio europeo, Antonio Costa, hanno replicato il messaggio confermando il massimo sostegno al lavoro della Commissione. Tranne l'Ungheria - ovviamente - che interpreta la decisione di Trump come "l'ennesima prova dell'incompetenza della Commissione von der Leyen".
La Germania invita al pragmatismo, l'Italia a evitare la guerra commerciale, la Francia a un accordo equo oppure a una risposta proporzionata, la Spagna a fare valere la forza commerciale dell'Ue. In ogni caso, le prossime 48 ore - in vista della scadenza della sospensione delle contromisure - saranno decisive.