Le 20 migliori aziende in cui lavorare secondo le donne

Riccardo Bastianello
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- Lavoro industria 
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Quando ci sono elevati livelli di fiducia nei confronti del proprio luogo di lavoro, la volontà di continuare a proseguire la propria esperienza professionale è maggiore: nei 20 Best Workplaces for Women l’87% delle donne dichiara di avere intenzione di continuare a lavorare all’interno dell’organizzazione, un dato che scende all’82% nelle aziende certificate e al 66% nelle realtà non certificate. Forte è anche tra i Best Workplaces for Women 2025 il senso di appartenenza dei collaboratori con l’86% della popolazione femminile che raccomanderebbe la propria azienda a terzi, con una differenza di ben 46 punti percentuali (40%) nel confronto con le aziende non certificate.

L’87% delle donne delle aziende Best Workplaces for Women 2025 ritiene eccellente il proprio luogo di lavoro con una differenza del 43% nel confronto con le realtà non certificate (44%). “Il ranking Best Workplaces for Women 2025 mette in chiaro un persistente problema di meritocrazia legato al genere – spiega Beniamino Bedusa, presidente di Great Place to Work Italia – Un dato su tutti: nelle 20 organizzazioni in classifica, il 48% del management è di genere femminile, quasi il triplo della media nazionale (17%). Segno che quando le opportunità di crescita sono presenti, diffuse e accessibili a tutti, la soddisfazione di collaboratori e collaboratrici aumenta di conseguenza. Creare un eccellente ambiente di lavoro significa proprio questo: costruire un'esperienza di valore per tutte e tutti, a prescindere da genere, età e ruolo”.

Quali sono le 20 migliori aziende per cui lavorare in Italia secondo le donne?

Al primo posto troviamo TP, realtà attiva nel settore telecomunicazioni e leader mondiale nell’offerta dei servizi di supporto alla clientela, che precede S.C. Johnson, organizzazione attiva nella produzione di prodotti per la pulizia e la conservazione della casa, per la cura dell'aria, per il controllo dei parassiti e per la cura delle scarpe, oltre che di prodotti professionali, e Biogen che è attiva nel settore delle biotecnologie.

Sulla base del numero di collaboratori, sono 4 (20%) le realtà virtuose presenti in classifica che hanno più di 1.000 dipendenti, poi ce ne sono 3 (15%) con un numero di collaboratori compreso tra 500 e 999, altre 5 realtà (25%) del ranking hanno tra 150 e 499 dipendenti e infine in classifica si piazzano ben 8 organizzazioni (40%) con un numero di collaboratori compreso tra 50 e 149. Questo dato è particolarmente rilevante perché evidenzia come le buone politiche a favore della parità di genere stiano progressivamente permeando la cultura aziendale anche delle realtà organizzative più piccole, le quali tradizionalmente faticavano di più a competere con le multinazionali.

Tra i settori maggiormente rappresentati in classifica spiccano biotecnologie e prodotti farmaceutici (30%), servizi finanziari – assicurazioni e servizi professionali (15%), healthcare – assistenza sanitaria e manifattura – produzione (10%).

Lo studio analizza poi diversi aspetti con riferimento alla condizione femminile in azienda come, ad esempio, l’incoraggiamento a trovare un equilibrio fra lavoro e vita privata, comparandoli con il parere espresso dai colleghi uomini. Da qui emerge come l’82% delle donne impiegate nei Best Workplaces for Women 2025 dichiara che la propria organizzazione è in grado d’incoraggiare la ricerca di un corretto worklife balance, la stessa percentuale vale per gli uomini con una differenza del +43% nel confronto con le realtà non certificate come Great Place to Work.

Tra le aziende più virtuose per cui lavorare in Italia secondo le donne il 48% del management (CEO, c-level, second level management) è al femminile, percentuale che scende al 25% nelle aziende certificate e addirittura al 17% tra quelle senza certificazione. Un altro aspetto importante secondo le donne riguarda l’importanza di avere degli ambienti sani da un punto di vista psicologico e qui le aziende “best” (80%) hanno un vantaggio di ben 45 punti percentuali nel confronto con le organizzazioni non certificate. Un divario ancora più ampio tra i Best Workplaces for Women (87%) e le realtà non certificate (39%), pari a ben 48 punti percentuali, riguarda l’attenzione delle persone nei confronti dei colleghi di lavoro.

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