(AGI) - Torino, 28 apr. - E' il 2009 quando l'imprenditoretorinese Gian Mario Rossignolo si aggiudica il marchio DeTomaso. Poco dopo Rossignolo che e' affittuario dellostabilimento ex Pininfarina di Grugliasco, nel torinese,diventa presidente della De Tomaso Automobili Spa: l'obiettivoe' di produrre suv, e vetture coupe. Del progetto sonointeressati circa 1100 lavoratori tra il Piemonte e Livorno,oggi rimasti 900. Quanto pero' piu' volte dichiarato dallaproprieta', anche con la presentazione del prototipo alleautorita', non si concretizzera'. Inizia il declino e la cassaintegrazione per i lavoratori, che non sono praticamente maipiu' rientrati al lavoro. Nel frattempo della vicenda siinteressa anche la magistratura: Gian Mario Rossignolo e ilfiglio finiscono in carcere per truffa allo Stato per averpresentato una documentazione bancaria falsa per l'assegnazionedi fondi pubblici. Nel luglio del 2012 la De Tomaso fallisce, la curatela egli enti locali cercano invano una soluzione che non arriva. Ilmarchio va cosi' all'asta: la L3 del fondo lussemburgheseGemicapital, presenta un piano industriale che prevedeva un'auto sportiva di gamma a due posti in alluminio con l'assicurazione che entro il 2017 sarebbe stato pronto il primomodello De Tomaso e fra il 2017 e il 2020 sarebbe statarealizzata la seconda linea con l'assunzione di 360 persone.Nulla di fatto anche questa volta: al momento di pagare lasomma prevista i vincitori lussemburghesi non si presentano. Siarriva alla nuova asta di oggi e l'assegnazione alla societa'cinese Ideal con sede legale nelle Isole Vergini e sedeoperativa ad Hong Kong. I lavoratori, 900 in tutto traGrugliasco e Livorno sono tutti in mobilita'. (AGI)