(AGI) - Milano, 10 set. - Se ne e' andato in punta di piediSteno Marcegaglia, coerente sino alla fine alla sua storiapersonale e imprenditoriale, simile in tanti punti alle vite diquei capitani d'industria che fecero grande l'Italia delmiracolo economico, risollevandola dalla miseria e dalle macerie delle guerra. Nato il nove agosto del 1930 a SanGiovanni Ilarione, in provincia di Verona, dove il Veneto e laLombardia si mischiano e confondono, il 'Cavalier' Steno si e'spento all'ospedale Niguarda di Milano a seguito dei postumiriportati venerdi' scorso per una caduta all'uscita della suaazienda. Un gruppo che ha nel dna la produzione di acciaio, mache spazia anche nei settori dell'ingegneria, dell'energia, delturismo e nell'immobiliare. Una societa' venuta su sempreautofinanziandosi, e sempre controllata interamente dallafamiglia, con il cuore nel mantovano, a Gazoldo degli Ippoliti,e stabilimenti sparsi per l'Italia e all'estero. Figlio diemigranti, come era una volta il Veneto e la bassa Lombardia,Steno mostra le sue capacita' anche da studente, riuscendo asuperare una selezione tra i migliori studenti d'Italia che glivale l'ingresso al collegio 'Tre Gennaio' di Torino. Virimarra' fino al 1943, quando i bombardamenti provocano lachiusura della scuola. Riprendera' gli studi quando l'Italiaera diventata gia' una Repubblica, fino a ottenere nel 1948 ildiploma da geometra. Quindi inizia a lavorare all'AlleanzaContadini della Federterra, dove si distingue per la difesa deicontadini e dei mezzadri nelle loro cause contro ilatifondisti. Poi l'inizio della sua avventura imprenditoriale,iniziata da un piccolo laboratorio, con pochi operai stipatipochi metri quadrati, trasformatosi, nel corso dei decenni, inun gruppo da oltre 4,2 miliardi di fatturato, 50 insediamentiproduttivi, piu' di 7mila dipendenti. Nominato cavaliere nel1992, insignito dal Politecnico di Milano nel 2002 della laureahonoris causa in Ingegneria, Marcegaglia attraversa uno deiperiodi piu' drammatici della sua vita il 15 ottobre del 1982quando viene rapito: riesce a fuggire dopo 51 giorni diprigionia trascorsi tra Napoli e l'Aspromonte ma viene immediatamente dopo ricatturato dai suoi sequestratori, finoalla successiva e definitiva liberazione da parte delle forzedell'ordine. Un altro periodo doloroso lo attraversa a fine2006, quando e' condannato nell'ambito del processo'Italcase-Bagaglino' per bancarotta preferenziale dal Tribunaledi Brescia. Nel 2009 arriva pero' l'assoluzione in secondogrado. Steno lascia due figli, Antonio e l'ex presidente diConfindustria, Emma (oggi entrambi amministratori delegatidell'omonimo gruppo) rimasti al capezzale del padre finoall'ultimo. (AGI)