(AGI) - Trapani, 21 ago. - La questione delle centrali nuclearidopo Fukushima ha dominato la seconda giornata dei seminarisulle emergenze planetarie a Erice (Trapani), dove sono riunitioltre cento scienziati di 40 Paesi. "Gli incidenti nucleari nonconoscono confini" ha detto l'austriaco Hans-Holger Rogner,secondo cui anche nella costruzione delle centrali sarebbeopportuno un qualche accordo internazionale per un'integrazionedelle politiche in materia. Sotto il profilo economico, e'stato osservato che la crisi in atto complica le possibilita'di affrontare i grossi investimenti necessari per costruirenuove centrali, e il cui ammortamento dura in genere 30 anni.Polonia e Bulgaria, che non s'erano fatte troppo impressionareda Fukushima, hanno rinunciato appunto per mancanza di fondi,ha riferito la britannica lady Barbara Thomas Judge. Circa laconcorrenza economica con le altre fonti di energia,l'americano Carmine Di Figlio ha stimato che il nuclearepotrebbe in futuro costare 5 centesimi a kwh meno del gasnaturale. L'altro americano Robert Budnitz ha poi evidenzatoche la demolizione delle vecchie centrali e' piuttosto utopica,almeno negli Usa, dove l'impianto piu' giovane risale al 1970.Infatti, secondo lo studioso, essendo strutture i cui costisono stati completamente ammortizzati, fruttano staordinariprofitti. (AGI)