AGI - A chi appartengono le foto pubblicate su Wikipedia? L'interrogativo non è peregrino, tanto che una proposta di legge attualmente in discussione alla VII Commissione Cultura della Camera dei Deputati mira a estendere la durata del diritto d’autore sulle cosiddette 'fotografie semplici' da 20 a 70 anni dopo la realizzazione. Ma cosa sono le 'fotografie semplici' e cosa succederebbe se passasse la proposta?
"Le cosiddette 'fotografie semplici' sono immagini che ritraggono persone, elementi naturali o fatti della vita quotidiana senza un particolare intento creativo o interpretativo" spiega all'Agi Ferdinando Traversa, presidente di Wikimedia Italia, una delle organizzazioni che, insieme ad Anai (Associazione Nazionale Archivistica Italiana), Aib (Associazione Italiana Biblioteche), Icom Italia (International council of museums), Sissco (Società italiana per lo studio della storia contemporanea) e Aisa (Associazione italiana per la promozione della scienza aperta) sono preoccupate per la proposta in discussione.
Cosa è una 'foto semplice'
"Si tratta, ad esempio, di una fotografia di una piazza, di un monumento, o di un ritratto che non esprime una visione artistica dell’autore" aggiunge Traversa, "In questi casi prevale l’aspetto tecnico dello scatto – il 'clic' della macchina fotografica o dello smartphone – piuttosto che una componente creativa originale. Sono immagini che potremmo dire documentali, come i selfie, le foto ai paesaggi o le cartoline d’epoca".
Una definizione che Tony Gentile, fotogiornalista e autore della celebre foto di Falcone e Borsellino che campeggia ovunque, non condivide. Tanto che proprio dalla sua esperienza deriva la proposta di legge in discussione. "Bisogna eliminare questa distinzione medievale tra fotografia semplice e fotografia opera dell'ingegno" dice all'Agi, "La fotografia è fotografia, deve essere protetta tutta, come sono protette tutte le opere dell'ingegno letterario, che sono tutelate per 70 anni dopo la morte dell'autore".
Esistono le foto di nessuno?
Se la proposta diventasse legge, secondo Traversa sarebbe il caos. "Solo su Wikipedia in italiano utilizziamo oltre 80.000 fotografie semplici per illustrare più di 200.000 voci. Si tratta di immagini cruciali per raccontare eventi, luoghi e persone. Spesso non sono artistiche, ma hanno un enorme valore storico o documentale. Estendere la durata della protezione significherebbe non poterle più usare per altri 50 anni, a meno di identificare e contattare gli autori, cosa spesso impossibile dice Traversa, "Pensiamo alle immagini del terremoto dell’Irpinia del 1980. Se la protezione fosse durata 70 anni, quelle fotografie sarebbero rimaste inaccessibili fino al 2050. E stiamo parlando di documenti visivi fondamentali per ricostruire un evento storico. Lo stesso vale per vecchie foto urbane, paesaggi, ritratti di personaggi pubblici o immagini di cronaca".
Il problema riguarda solo le immagini italiane (perché quelle scattate o pubblicate all’estero sono regolate da altri ordinamenti) e non impensierisce solo Wikipedia, "ma molti archivi statali e culturali che stanno digitalizzando fotografie semplici – scavi archeologici, fotografie documentali - e con l’attuale termine ventennale possono procedere con relativa tranquillità. Ma con l’estensione a 70 anni, rischiano di bloccare o rallentare enormemente progetti di digitalizzazione che sarebbero fondamentali per la conservazione e la diffusione del patrimonio visivo".
Sfruttare il lavoro altrui
Questo, dice Gentile, è però il punto di vista "di quelli che prendono e non vogliono pagare". "Sono quelli" aggiunge, "che vogliono prendere gli archivi e farne carne di porco. Io il mio archivio me lo sono costruito col mio lavoro e pretendo che venga riconosciuto e valorizzato anche in termini economici. Lo voglio per la mia sopravvivenza, quindi non se ne può discutere come se gli archivi non appartenessero a nessuno. Potrei fare una lista di fotografi che a 60 anni fanno la fame, ma che se avessero la possibilità di gestire il proprio archivio potrebbero vivere di quello".
Traversa riconosce che lo scopo dichiarato della legge è tutelare meglio i fotografi, "anche in un contesto di crescente utilizzo delle immagini da parte dell’intelligenza artificiale". "Tuttavia, secondo noi e anche secondo partner come Creative Commons" aggiunge, "si tratta di una misura che in realtà non va a beneficio dei fotografi. Non elimina la distinzione tra fotografia semplice e opera creativa, anzi la mantiene. E crea ulteriore incertezza giuridica".
Una soluzione possibile
Ma anche se bolla la proposta di legge come uno "sconvolgimento dei principi base del diritto d’autore, che tutela le opere con una soglia minima di originalità che sono già tutelate per 70 anni dalla morte dell’autore" andando a includere "anche immagini senza creatività evidente", Traversa ammette di non avere una controproposta né una soluzione alternativa. "Abbiamo valutato diverse ipotesi, ma ogni correzione sembrerebbe solo una 'toppa' su un impianto già molto fragile. Preferiremmo il ritiro della proposta, perché riteniamo che non sia emendabile senza introdurre nuove distorsioni".
Ma secondo Gentile, che non è ancora stato ascoltato dalla Commissione, una soluzione c'è e riguarda il concetto stesso di fotografia. "Sono dell'idea che qualunque fotografia vada considerata opera dell'ingegno ogni volta che c'è l'uomo che interviene su qualcosa, anche solo premendo il pulsante di scatto di uno smartphone" divce, "Dopodiché si possono innescare meccanismi che tutelino soprattutto chi il fotografo lo fa per professione differenziando non tanto l'oggetto fotografia, ma chi ne è l'autore. Potrebbe essere una soluzione che va a mediare tra la rigidità di quelli che prendono le foto e non le vogliono pagare e quelli che invece dovrebbero essere garantiti e protetti perché lo fanno per mestiere, pagano le tasse e magari sono iscritti a un ordine professionale".