M osca - 'Essere Leonardo da Vinci' non e' solo il titolo dello spettacolo che con successo Massimiliano Finazzer Flory sta portando da un anno in giro per l'Italia e il mondo e con cui domani debutta anche a Mosca, ma "e' una scelta di vita". A raccontarlo e' lo stesso regista e attore, in una intervista ad AGI alla vigilia dei due appuntamenti in Russia: domani al teatro Na Strastnom e poi all'Ermitage di San Pietroburgo il 21 marzo, in collaborazione con l'Istituto italiano di cultura. Nella capitale degli zar, l'artista 51enne monfalconese di nascita si e' gia' esibito con una lettura di Dante, ma sulle scene di Mosca e' un vero e proprio esordio, che ha intenzione di far proseguire in modo piu' strutturato con una produzione regolare magari gia' il prossimo anno. Per vestire i panni del genio toscano, raccontandone in scena la vita, ma soprattutto "i dubbi, le sofferenze, le contraddizioni, come anche la grande ironia", Finazzer Flory ha scelto di non fare cinema fino al 2019 e dedicarsi completamente al teatro. Le biografie dei grandi uomini di cultura sono diventate il "progetto" del suo teatro negli ultimi anni: il padre del futurismo Filippo Tommaso Marinetti, ma anche il poeta russo della Rivoluzione Vladimir Majakovskij sono, per esempio, gia' al centro di suoi due lavori. "Di solito dei grandi classici italiani si portano all'estero i quadri, ma non le biografie - fa notare - col mio spettacolo, invece, metto in scena la vita dell'artista ovvero il dietro le quinte del capolavoro. Questo avvicina il genio all'uomo di ogni giorno, altrimenti si finisce con il dipendere dalla cultura dell'esposizione senza avere quella dell'interpretazione, che ci spinge ad avere una propria diversita' rispetto a un'opera".
Lo spettacolo, nelle sue gia' numerose tappe all'estero, si svolge sempre in una citta' dove sia presente un'opera di Leonardo o quanto meno una sua traccia: all'Ermitage, per esempio, sono conservate la Madonna Benois e la Madonna Litta. E proprio qui, Finazzer Flory auspica in futuro "anche tre mesi di programmazione" per il suo 'Essere Leonardo da Vinci. Intervista impossibile'. In questi giorni, anticipa l'attore, ne parlera' sia con Inna Bazhenova, direttrice di The art Newspaper Russia, che con Dimitri Ozerkov, curatore della sezione XXI secolo dell'Ermitage, i quali sono anche i due co-protagonisti dello spettacolo. Sulla scena intervisteranno, in russo, il Leonardo-Finazzer Flory, che rispondera' loro nell'italiano del Rinascimento, creando un intersecarsi di "flashback e flashforward, che fanno di 'Intervista impossibile' un vero esempio di teatro contemporaneo". "Se c'e' del passato che non e' ancora stato spiegato, perche' non dargli la possibilita' di essere protagonista? - sottolinea - Io credo che per il nostro Paese questa sia la stagione dei grandi interpreti non dei grandi inventori. Si tratta di mettere in scena il futuro, tenendo cio' che del passato ancora nasconde incompreso". Trucco sapiente, abiti d'epoca e uno studio meticoloso anche dei movimenti, materializzano davanti allo spettatore un Leonardo "alla fine della sua vita, che pero' e' ancora ironico, a volte sarcastico, ma sempre curioso ed entusiasta", racconta il protagonista, tenendo a sottolineare che "la sua grandezza e' quella dell'esperienza: prova e sbaglia. Verifica la tua verita'. Congettura e confutazione. Noi abbiamo perso questo lavoro sull'esperienza - denuncia l'attore - spesso siamo inutilmente teorici e cinicamente pragmatici e invece la pratica va associata alla ricerca della bellezza, dello stupore". "Sono felice di essere a Mosca - confessa - perche' e' la citta' che ha dato vita a Stanislavsky, che non e' solo un metodo ma e' un sistema. Stanislavsky sarebbe contento del mio Leonardo, perche' parla con la vita, con il corpo, con l'anima".
L'obiettivo e' restituire la complessita' e la completezza del padre della Gioconda: "Senza lo scienziato non avremmo avuto il pittore, ma dietro allo scienziato c'era l'inventore. Leonardo e' un inventore di forme estetiche, etiche, di forme di governo, che trova nella scienza lo strumento perfetto per raccontare la bellezza che c'e' nell'ecologia". Di questo pensiero rivoluzionario l'Italia non e' riuscita, a suo dire, a preservare l'eredita'. "Questo spettacolo nasce proprio contro la divisione delle due culture: quella umanistica e quella scientifica, che sono state stupidamente contrapposte con gravissimi danni per l'una e per l'altra; abbiamo bisogno invece di un'arte totale che riconosca alla scienza il diritto di essere cultura e all'arte il dovere di mettersi in gioco anche con la contraddizione. In Italia la cultura scientifica viene considerata una competenza, mentre l'arte intrattenimento e cosi' siamo due volte poveri e due volte stupidi. 'Il desiderio di conoscere l'e' naturale all'homo bono', suggerisce Leonardo. Se abbiamo perso il desiderio di conoscere, se studiamo solo per un titolo non avremo mai uno studio, purtroppo in Italia non studiamo piu'". "L'importanza di preservare la natura, la necessita' che l'uomo di cultura rispetti il potere ma non ne sia suddito e la capacita' di essere connessi senza diventare 'liquidi', per citare Bauman" sono alcuni dei messaggi di Leonardo ancora attuali e che possono parlare anche al pubblico russo, secondo Finazzer Flory il quale considera Leonardo il "primo ecodesigner, che offre le sue invenzioni alla natura senza distruggerla o ferirla". Questo poliedrico artista, passato anche attraverso l'esperienza delle istituzioni da assessore alla Cultura a Milano, e che ora si e' trasferito in pianta stabile a New York, della Russia dice di ammirare il fatto che "il sentimento verso l'arte e' un sentimento di popolo, mentre da noi spesso e' da salotto!". In Italia, dove "non esiste purtroppo una formazione comparata e si sa poco della cultura russa" vorrebbe far conoscere al grande pubblico il regista sovietico Vsevolod Mejerchol'd "per la meravigliosa complessita' del suo pensiero" e poi "naturalmente il futurista Majakovsky". Finazzer Flory ha difficolta' a individuare chi puo' essere il Leonardo dei nostri tempi e se gli si chiede chi sono oggi i pensatori piu' avanti, risponde con una battuta: "Gli studiosi di nanotecnologia che conoscono Platone, garantisco che negli Stati Uniti ne ho incontrati". La ricerca compiuta dal genio toscano di una cultura che unisca in sintesi arte e natura, scienza e pittura andrebbe recuperata soprattutto dalla politica, ammonisce Finazzer Flory. "Leonardo puo' dare un consiglio sia a Putin, che a Renzi", conclude, citando il genio del Rinascimento: " 'Si come un regno in se' diviso e disfatto cosi' lo ingegno diviso in diversi studi si confonde e si indebolisce'. Se ci dividiamo in diversi studi divideremo anche il senso del governare, e' una critica al non avere una governance globale, problema che Leonardo aveva gia' capito avendo un pensiero sistemico e che rimane attualissimo nel nostro tempo". (AGI)