Cassazione: il datore di lavoro non può mai spiare le email dei dipendenti

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AGI - Sono "illegittime" la "conservazione e la categorizzazione" dei dati personali dei dipendenti, da parte del datore di lavoro, "relativi alla navigazione in Internet, all'utilizzo della posta elettronica e alle utenze telefoniche da essi chiamate". È quanto è tornata a sancire la Cassazione, con una sentenza depositata nelle scorse settimane dalla sezione Lavoro, confermando quanto deciso dalla Corte d'appello di Milano nell'ambito di una causa che vedeva contrapposta una società datrice di lavoro e alcuni ex dipendenti. In primo grado, il tribunale di Milano aveva accolto parzialmente il ricorso della società, relativamente all'utilizzabilità, nel procedimento, delle comunicazioni mail dei lavoratori, affermando che, sebbene fossero state estratte da account privati, erano state fatte confluire sul server aziendale, per cui la corrispondenza doveva considerarsi aperta e non chiusa.

La decisione della Corte d'Appello

I criteri della CEDU e la tutela della privacy

Assenza di autorizzazione e disposizioni specifiche

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