AGI - Dopo 31 anni finisce l’occupazione del Leoncavallo, lo storico centro sociale di via Watteau, a Milano. Da questa mattina è in corso di esecuzione il provvedimento di sfratto dell'immobile diventato negli anni uno spazio pubblico autogestito da associazioni, gruppi e collettivi dal 1994. Poco prima delle 9 l'ufficiale giudiziario con la collaborazione della polizia di Stato ha fatto accesso nell'ex cartiera di via Watteau. Alle operazioni partecipano anche i carabinieri. Sia l'accesso anteriore che posteriore al centro sociale sono sbarrati dalle forze dell'ordine. Sul posto stanno arrivando decine di militanti e sostenitori del Leoncavallo. A sollecitare lo sfratto è stata la proprietà dell'immobile, la società ‘L'Orologio srl' della famiglia Cabassi, ed era atteso dal 2005. Un'operazione che ha subito 133 rinvii in vent'anni.
Il disappunto del sindaco Sala
In una nota il sindaco di Milano, Giuseppe Sala, esprime disappunto per non essere stato avvertito dello sgombero del Leoncavallo e afferma che il centro sociale "deve continuare a "emettere cultura, chiaramente in un contesto di legalità. Ieri ero a Palazzo Marino, impegnato in incontri di lavoro. Ho delegato il vicecomandante della Polizia locale in mia rappresentanza a partecipare al Comitato per l'Ordine e la Sicurezza che, come consuetudine, si tiene ogni mercoledì. In quella sede non è stato fatto cenno ad alcuno sfratto esecutivo del centro sociale Leoncavallo - si legge nel comunicato -. Per un'operazione di tale delicatezza, al di là del Comitato, c'erano molte modalità per avvertire l'Amministrazione milanese. Tali modalità non sono state perseguite. Ho ricevuto stamattina dal Prefetto la notizia".
"L'intervento sul Leoncavallo era sì previsto, ma per il 9 settembre. In considerazione di questa timeline ufficiale, come Comune avevamo continuato, con i responsabili del Leoncavallo, un confronto che portasse alla piena legalità tutta l'iniziativa del centro. Come sottolineato da alcuni quotidiani, si stavano valutando varie soluzioni a norma di legge, che potessero andare nel senso auspicato".
Poi, l'auspicio che la storia del Leoncavallo non finisca qui. "Sono convinto, e l'ho già dichiarato in precedenza, che il Leoncavallo rivesta un valore storico e sociale nella nostra città. E' la mia opinione, so che le mie parole non troveranno d'accordo tutti. A mio parere, questo centro sociale deve continuare a emettere cultura, chiaramente in un contesto di legalità. Da anni e anni è un luogo pacifico di impegno. Confermo la volontà di mantenere aperta l'interlocuzione con i responsabili delle attività del centro sociale", conclude Sala.
Meloni, "in uno Stato di diritto non esistono zone franche"
"In uno Stato di diritto non possono esistere zone franche o aree sottratte alla legalità. Le occupazioni abusive sono un danno per la sicurezza, per i cittadini e per le comunità che rispettano le regole. Il Governo continuerà a far si' che la legge venga rispettata, sempre e ovunque: è la condizione essenziale per difendere i diritti di tutti". Lo scrive il presidente del Consiglio Giorgia Meloni su X.
Assemblea e presidio, ipotesi manifestazione il 6/9
"L'ipotesi è di convocare una manifestazione nazionale sabato 6 settembre preceduta da un'assemblea pubblica di carattere cittadino nei primi di settembre". Lo ha annunciato Daniele Farina, storico esponente del Leoncavallo, durante l'assemblea in corso davanti al Leoncavallo a cui stanno partecipando qualche centinaio di persone, tra militanti e attivisti dei centri sociali cittadini, come risposta allo sgombero avvenuto questa mattina.
"Questa manifestazione sarà la prima vera risposta di Milano a quanto sta accadendo, che è l'anticipazione del paese che si vuole avere - ha aggiunto - sarà per tutti noi una sperimentazione per capire se nella città, che è andata avanti, esista ancora una composizione sociale, legata ai simboli o alle condizioni di vita materiale, disponibile a rispondere ancora una volta a questo attacco".
L'assemblea pubblica che anticiperà la manifestazione potrebbe essere convocata l'1 o il 2 settembre. In quella occasione si deciderà la piattaforma del 6 settembre, in cui potrebbero confluire anche le iniziative organizzate per ricordare Abba, Abdoul Guiebre, ragazzo di 19 anni originario del Burkina Faso nato in Italia, ucciso in via Zuretti a colpi di spranga il 14 settembre 2008.
Salvini, "legge uguale per tutti"
"La legge è uguale per tutti: afuera!". Lo scrive su X il vice premier e ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini. "Ci stanno sgomberando, accorrete", hanno invece scritto gli attivisti sui propri profili social.
Condanna del Ministero dell'Interno
Nell'ottobre del 2024 il ministero dell'Interno era stato condannato a risarcire per oltre 3 milioni di euro ai proprietari dell'area per il mancato sgombero. La seconda sezione civile della Corte d’appello di Milano, ribaltando la decisione del Tribunale del 20 luglio 2023 che aveva rigettato le richieste dell’Orologio srl, aveva ritenuto "acclarata la natura illecita del contegno serbato dall’amministrazione - aveva sottolineato il collegio Maddaloni-Ferrero-Grazioli - che, pur nella piena consapevolezza della occupazione abusiva che interessava lo stabile oggetto di causa, non ha dato corso all’esecuzione del provvedimento giudiziario de quo e, adducendo solo generiche difficoltà di ordine pubblico in caso di sgombero, ha lasciato che il tempo passasse, senza adoperarsi effettivamente per pervenire ad una soluzione”.
Anomalia nello sgombero secondo l'avvocato
Il provvedimento col quale la Questura ha disposto lo sgombero del Leoncavallo "è anomalo" secondo l'avvocato Mirko Mazzali, che ha assistito il centro sociale nel corso della lunga vicenda giudiziaria il cui epilogo è arrivato oggi con l'esecuzione dell'ultima sentenza. L'"anomalia", spiega Mazzali all'AGI, deriva dal fatto che "le forze dell'ordine sarebbero dovute andare il 9 settembre, come indicato dall'ufficiale giudiziario, ma hanno anticipato a oggi con un'ordinanza del Questore. Bisogna capire la ragione e su quali presupposti è stato fatto". Per Mazzali, "ripetere dopo 40 anni lo sgombero del Leoncavallo non è un'idea felice e dimostra debolezza, andrà letta l'ordinanza del Questore. In ogni caso, esaurite le vie giudiziarie, ora il problema diventa politico perché non è possibile che questa esperienza finisca così".
Magi, "operazione di facciata"
"Lo sgombero del Leoncavallo è una pura operazione di facciata di Meloni, Piantedosi e Salvini che non risponde a un bisogno di sicurezza ma solo alla propaganda securitaria di questa destra: se davvero tenessero agli immobili occupati, sgombererebbero subito Casapound a Roma. E invece i loro amici sono ancora lì, protetti da questo governo complice". Lo afferma il segretario di Più Europa Riccardo Magi. "Salvini rimane il peggiore di tutti e a lui va il Nobel per l'incoerenza: qualche anno fa diceva che nei centri sociali ci si va per discutere, divertirsi e farsi una birretta, ora parla di ripristino della legalità. Intanto anche oggi giornata di passione per i cittadini sui treni in pieno periodo di partenze e rientri dalle ferie: è lui che dovrebbe essere sgomberato dal ministero dei trasporti", conclude Magi.
Zanella, "operazione di regime"
Sulla stessa lunghezza d'onda la capogruppo di Avs alla Camera Luana Zanella: "Lo sgombero del Leoncavallo è una operazione di regime. L'anticipazione delle operazioni somiglia ad una parata di propaganda governativa, grande solidarietà a tutte e tutti coloro che hanno reso il centro un presidio culturale fondamentale per la città".
Piantedosi, "fine dell'illegalità"
"Lo sgombero del centro sociale Leoncavallo segna la fine di una lunga stagione di illegalità. Per trent'anni quell'immobile è stato occupato abusivamente. E al danno si è aggiunta la beffa: lo Stato costretto persino a risarcire i danni dell'occupazione. Oggi finalmente viene ristabilita la legalità - ha dichiarato il ministro dell'Interno, Matteo Piantedosi -. Il governo ha una linea chiara: tolleranza zero verso le occupazioni abusive. Dall'inizio del nostro mandato sono già stati sgomberati quasi 4.000 immobili, tra alloggi di edilizia residenziale pubblica ed edifici di particolare rilievo". Lo sgombero del Leoncavallo, ha concluso Piantedosi, "è solo un altro passo di una strategia costante e determinata che porteremo ancora avanti".
L'ex sindaco di Milano Moratti
"Lo sgombero del centro sociale Leoncavallo rappresenta un segnale forte e chiaro: lo Stato è tornato a far valere i principi di legalità e di rispetto delle istituzioni". Così Letizia Moratti, presidente della consulta nazionale di Forza Italia, europarlamentare del Partito Popolare Europeo, già sindaco di Milano. "Per oltre trent'anni, quell'immobile è stato occupato abusivamente - rammenta Moratti - in spregio alla proprietà e al vivere civile. Oggi, grazie all'intervento deciso del ministero dell'Interno e delle forze dell'ordine, si chiude una lunga stagione di tolleranza verso l'illegalità e si apre una nuova fase, che mi auguro possa essere improntata alla responsabilità, alla giustizia e alla tutela dell'interesse collettivo".
Secondo l'ex sindaca "è tempo di promuovere un modello di città basato sul rispetto delle regole, sulla dignità degli spazi urbani e sulla sicurezza dei cittadini. Lo Stato non può più permettersi ambiguità o zone franche: serve coerenza, fermezza e - ha concluso l'azzurra - una visione riformatrice capace di coniugare legalità e inclusione".