AGI - "L'Ucraina deve accettare una mediazione; Netanyahu va fermato". Lo dice in un'intervista al Corriere della Sera, parlando degli scenari politici internazionali, il ministro della difesa, Guido Crosetto.
Vertice Trump-Putin e il ruolo dell'Europa
In vista dell'imminente vertice in Alaska fra Trump e Putin che ha come tema la guerra fra Russia e Ucraina, Crosetto ha invitato l'Ucraina ad accettare una mediazione: "In certi momenti la politica internazionale impone di accantonare alcuni principi di giustizia e piegarsi alla real politik. Invitando in territorio statunitense, Trump è consapevole di ignorare il mandato di cattura internazionale che pende su Putin. Ma se il vertice può portare alla fine della guerra, lui è disposto a farlo". Quanto al ruolo dell'Europa, il ministro della difesa ha detto che "la presenza della Ue non garantirebbe sicurezza per il futuro. Putin ha dimostrato di poter trattare oggi e attaccare domani. L'Unione Europea, così com'è, non esiste come unità statuale. E von der Leyen rappresenta una amministrazione regolatoria, burocratica, e tutt'al più monetaria. Non ha una politica estera, non ha un leader eletto dal popolo. Non ha peso perché non può paragonarsi agli USA o alla Russia".
Nessuna imposizione e necessità di mediazione
L'Ucraina deve fare un passo alla resa? "No, anzi. Nessuna scelta può essere imposta da Trump, da Putin o dalla Ue - ha evidenziato ancora Crosetto -, Zelensky sa che dopo tre anni di guerra gli obiettivi devono essere cambiati. Non può ottenere tutto, deve mediare".
Netanyahu e la questione palestinese
E parlando della sua opinione su Netanyahu, se sia una voce fuori dal coro, Crosetto ha detto: "Non mi pare. Forse io ho l'abitudine di dire ad alta voce alcune cose, in modo poco diplomatico. È evidente che non si può pensare di cacciare tutti i palestinesi dalla loro terra. Noi tutti condividiamo la guerra contro Hamas, ma discerniamo da terroristi e palestinesi".
Soluzione per Gaza e lo Stato palestinese
Per il ministro il piano di occupare Gaza "è inaccettabile. Cacciare i palestinesi da quella terra per spedirli in Sinai, in Egitto? Sarebbe una follia al cubo. Non esiste alternativa - ha spiegato - al fatto di costruire uno Stato palestinese. Che non rappresenti un pericolo e viva in pace con Israele". E sottolinea che "il nostro è tra i governi occidentali che stanno aiutando più di tutti Gaza".
Il riconoscimento della Palestina? "C'è forse un Paese che ha fatto cambiare idea a Netanyahu? Quelli che hanno riconosciuto la Palestina come l'opposizione vorrebbe - ha sottolineato - hanno per caso portato a casa un morto in meno? Non bastano le dichiarazioni per pulirsi la coscienza, serve un lavoro taglia e cuci come con Putin, una trattativa quotidiana con persone che hanno un obiettivo chiaro che noi non condividiamo. Israele ha l'esercito, e dunque ha il coltello dalla parte del manico". Secondo il ministro "dobbiamo far cambiare strategia al governo israeliano. Netanyahu non ha ascoltato l'appello di nessuno. Nemmeno degli USA. Il problema non è certo il governo italiano".