AGI - È affidato ai macchinari e alla terapia intensiva il fragile equilibrio che tiene in vita il bambino di 7 anni rimasto vittima di un grave incidente in piscina due giorni fa, in un parco acquatico nei pressi di Rivabella, nel Leccese. Da circa 24 ore, secondo quanto si apprende da fonti sanitarie, non si registrano attività cerebrali, ma il cuore del piccolo continua a battere e il suo organismo è sostenuto artificialmente. Il bambino, originario di Depressa di Tricase ma residente a La Spezia, dove il padre è in servizio nella Marina Militare, era arrivato in Salento con la famiglia da pochi giorni.
Nel pomeriggio di lunedì 21 luglio si era diffusa la notizia erronea che il bambino fosse deceduto.
L'incidente in piscina
Il dramma si è consumato sabato mattina: il piccolo stava giocando con alcuni coetanei quando è finito nella piscina più profonda del parco acquatico, perdendo conoscenza. Ad accorgersi dell'accaduto è stato il padre, che ha immediatamente dato l'allarme. Il primo a intervenire è stato un bagnino della struttura, seguito in pochi minuti dai sanitari del 118: un'ambulanza dalla vicina postazione ospedaliera e un'automedica da Casarano. Dopo le prime manovre di rianimazione sul posto, il bambino è stato trasportato d'urgenza all'ospedale 'Sacro Cuore di Gesù' di Gallipoli.
In Pronto soccorso i rianimatori hanno continuato le operazioni di emergenza per circa mezz'ora, riuscendo a far ripartire il cuore. Subito dopo è stato intubato, sottoposto a una Tac e trasferito nel reparto di Anestesia e Rianimazione, dove resta in condizioni critiche. Il riserbo sul caso è massimo, anche in considerazione della giovane età del paziente e del profondo turbamento che ha colpito la comunità. I medici mantengono uno stretto monitoraggio clinico, ma la situazione viene definita estremamente delicata.
È stato aperto un fascicolo di indagine per verificare l'accaduto ed eventuali responsabilità.
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