L'espianto del cuore artificiale seguito dal trapianto di cuore è avvenuto circa due mesi fa presso l’Azienda Ospedaliera San Camillo Forlanini di Roma, dove il signor Agoumi continua a tornare regolarmente per i controlli post-operatori e le biopsie previste per monitorare eventuali segni di rigetto.
"Mi sento vivo", racconta Agoumi con un sorriso. Il decorso post trapianto è stato ottimo, l'uomo ha ripreso peso, ha riacquistato colore e soprattutto energia. Una storia di cura, alta tecnologia e umanità che trova il suo felice epilogo grazie al lavoro coordinato del team di Cardiochirurgia diretto dal professor Giampaolo Luzi, già protagonista a dicembre dell’impianto del cuore artificiale totale, una procedura d’avanguardia riservata a pazienti in condizioni critiche e con torace compatibile.
Quel primo intervento, eseguito per supplire alla gravissima insufficienza cardiaca dovuta a una cardiopatia ischemica avanzata, aveva permesso al 59enne di “rimettere in moto” la vita, in attesa del trapianto. Oggi quel cuore artificiale ha passato il testimone a un cuore donato, e la speranza è diventata realtà.
"Questo straordinario risultato è il frutto di un lavoro di squadra – sottolinea il professor Luzi –. Desidero ringraziare la cardiochirurgia, i cardioanestesisti, i cardiologi, il team di sala operatoria, gli strumentisti e gli infermieri: senza di loro, nulla sarebbe stato possibile. Dietro ogni intervento come questo c’è un’alleanza invisibile tra persone, competenze e valori che solo un grande ospedale pubblico può custodire e sostenere".