Claudio Villani. Il serial killer gentile

Fabio Di Chio
Claudio Villani
di lettura

Ma perché quella furia omicida?

  • Primo: Villani ha colpito entrambe le malcapitate “con aggressività abnorme nella parte centrale del torace e, in parte, ai seni”.
  • Secondo: “La vittima è donna che lui voleva approcciare sessualmente”.
  • Terzo: “Avvicinamento seduttivo e non violento”. Quarto: “Uso del coltello, arma penetrante”.
  • Quinto: “Tentativo di rimanere ignoto”. Infatti, soprattutto dopo l’uccisione della escort, Villani ha cercato di ripulire l’ambiente, e neanche tanto bene: via giochi erotici, bicchiere col quale lei aveva ingerito il farmaco, ansiolitico, slip, calze e cellulari della vittima.
  • Sesto: trattenersi sulla scena del crimine. Nel ’76 l’assassino è stato per un po’ accanto al corpo martoriato della Cavalieri, e nel 2016 si è perfino fermato a fumare una sigaretta vicino al cadavere della Fontana.
  • Al settimo punto l’elemento morboso, voler vedere i genitali della donna. Per farlo, nel primo omicidio Villani ha spostato le mutandine dell’addetta alle pulizie già morta, e nel secondo ha tagliato la biancheria intima che la vittima aveva indosso, riponendola poi in un cassetto in camera. A chiudere la lista: il reggiseno reciso, la reazione violenta e il coltello sul corpo.
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