(AGI) - Roma, 4 nov. - L'appuntamento e' per domani alle 9nell'aula piu' grande del palazzo di giustizia di Romaintitolata a Vittorio Occorsio, il magistrato vittima nel 1976del terrorismo di destra. E' li' che si apre davanti ai giudicidella decima sezione penale del tribunale la 'madre di tutti iprocessi', quello di 'Mafia Capitale', l'associazione di stampomafioso che, con peculiarita' tutta sua (ben diversa dalleorganizzazioni criminose tradizionali), ha operato a Roma e nelLazio fino allo scorso anno corrompendo pubblici funzionari,amministratori di societa' ed esponenti politici puntando adalterare e ad aggiudicarsi appalti per centinaia di milioni dieuro. Il tutto attraverso la forza di intimidazione chederivava dal vincolo associativo e la condizione diassoggettamento e di omerta', e, secondo l'accusa, sotto laguida di Massimo Carminati, soprannominato 'er Cecato' perche'guercio, che negli anni '70 fu tra i protagonistidell'eversione nera. Il dibattimento, risultato della complessa inchiestacondotta dalla Procura che dal 2012 e' guidata da GiuseppePignatone, si annuncia lungo e complesso come indicano i numer:46 imputati, in buona parte detenuti (tra carcere e arrestidomiciliari), centinaia di testimoni da convocare, migliaia leintercettazioni di cui sara' chiesta la trascrizione, 3-4udienze a settimana gia' calendarizzate almeno fino al prossimoluglio e da celebrarsi sempre nell'aula bunker di Rebibbia(attrezzata per le videoconferenze), ben distante dallacittadella giudiziaria di piazzale Clodio dove si svolgel'attivita' ordinaria. L'attenzione mediatica e' altissima:piu' di 100 i giornalisti accreditati, tra carta stampata,agenzie e testate on line, una ventina i corrispondenti digiornali stranieri, 33 le tv e almeno 15 i fotoreporter. Due i decreti di giudizio immediato (relativi agli arrestidel dicembre 2014 e del giugno 2015) che il collegio guidatodal presidente Rosanna Ianniello dovra' riunire. Ma le difese,che non hanno affatto digerito il programma di lavoro stabilitodal tribunale, sono pronte a dare battaglia sollevandoeccezioni di ogni tipo. Intanto, dietro la minaccia di quattro giorni di astensionedalle udienze (ridotta alla sola giornata del 9 novembre), idifensori hanno almeno ottenuto la presenza nelle celledell'aula di tutti i detenuti. Solo tre dovranno rassegnarsi aseguire il dibattimento a distanza, per l'intera sua durata, esi tratta di figure chiave del procedimento: l'ex esponente delgruppo armato di estrema destra dei Nar, Massimo Carminati,rinchiuso nel carcere di Parma e il solo a essere sottoposto alregime del 41 bis, Salvatore Buzzi, il presidente dellacooperativa '29 giugno' indicato come grande manovratore delsistema corruttivo, detenuto a Tolmezzo, e Riccardo Brugia,amico di Carminati, che si trova nella casa circondariale diTerni. Carminati e' ritenuto dalla Procura il capo e ilpromotore dell'associazione di stampo mafioso che faceva affaricon imprenditori collusi e con rappresentanti del mondopolitico e istituzionale di Comune e Regione. Brugia, quale suobraccio destro, era secondo l'accusa non solo il custode dellearmi (mai trovate, per la verita') a disposizione delsodalizio, ma gli viene attribuito anche un ruolo diorganizzatore dell'associazione criminosa al pari di Buzzi edel manager Fabrizio Franco Testa. L'ex ad di Ama, Franco Panzironi, viene definitodall'accusa 'pubblico ufficiale a libro paga', come pure CarloPucci, dirigente di Eur spa. Tra gli altri imputati ci sonoanche Mirko Coratti (gia' presidente dell'assemblea delconsiglio comunale di Roma), Pierpaolo Pedetti (consiglierecomunale), Luca Gramazio (consigliere regionale), GiordanoTredicine (consigliere comunale), Andrea Tassone (ex presidentedel Municipio X, Ostia) e Luca Odevaine, gia' componente del'Tavolo di coordinamento nazionale sull'accoglienza per irichiedenti asilo', che ieri ha ottenuto i domiciliari dopoundici mesi di carcere. Ieri le prime quattro condanne, pesantissime, emesse dalgup in abbreviato: tra tutte spicca quella di 5 anni e 4 mesiinflitta a Emilio Gammuto, collaboratore di Buzzi, al quale e'stata riconosciuta l'aggravante di aver agevolatol'associazione mafiosa. Riconoscimento fondamentale per laProcura il cui lavoro fino ad ora (cioe' nella fase delleindagini preliminari) aveva incassato l'avallo del gip, deltribunale del riesame e della Cassazione. Ieri e' arrivatol'avallo anche del gup. Un segnale forse non proprioincoraggianete per le difese. (AGI).