(AGI) - Roma, 3 nov. - L'uomo di Neanderthal e' comparso inItalia 250mila anni fa, ovvero molto prima di quanto sinoracreduto. A scoprirlo, un team di geologi, geocronologi,paleontologi e paletnologi coordinato dalla Istituto Nazionaledi Geofisica e Vulcanologia (Ingv), in collaborazione conl'Universita' di Roma La Sapienza e l'Universita' diMadison-Wisconsis. Lo studio e' stato pubblicato su 'QuaternarySience Reviews'. Grazie all'applicazione di una metodologia di indaginegeologica basata sullo studio delle variazioni del livello delmare durante le epoche glaciali e la loro influenza suiprocessi di deposizione dei sedimenti fluviali nell'arearomana, si e' giunti a una revisione dell'eta' del sito dellavalle dell'Aniene di Saccopastore a Roma, dove nel 1929 e nel1935 furono rinvenuti due crani di Homo neanderthalensis. Aquesti resti fu attribuita un'eta' di circa 125.000 anni che lirendeva la piu' antica testimonianza della presenza delNeanderthal in Italia, almeno fino alla recente datazione, acirca 150.000 anni, dei resti rinvenuti in Puglia, in unagrotta ad Altamura (Bari). "I risultati del nuovo lavoro - haaffermato Fabrizio Marra, ricercatore dell'Ingv e autoreprincipale della pubblicazione - hanno dimostrato che i restidi Saccopastore sono piu' vecchi di oltre 100.000 anni rispettoa quanto sinora ritenuto, portando l'eta' del Neanderthal inItalia a 250.000 anni fa, contemporanea quindi a quellariscontrata in Europa centrale dove furono rinvenuti i primiresti attribuiti a questa specie umana". I depositi sedimentariall'interno dei quali furono rinvenuti i crani, erano statiinterpretati dalla comunita' scientifica come un terrazzofluviale originatosi durante l'ultimo stadio interglaciale di125.000 anni fa, chiamato "Tirreniano", precedente l'ultimaglaciazione. "In particolare i crani sono stati ritrovati inuna cava di ghiaia fluviale sulle sponde dell'Aniene, poisepolta per costruire gli edifici che oggi costeggiano laTangenziale Est all'altezza di Via Asmara, poco prima del Pontedelle Valli", ha aggiunto il ricercatore. Lo studio, realizzatoattraverso l'ausilio di datazioni radiometriche su livellivulcanici intercalati ai sedimenti, ha permesso di dimostrareche il terrazzo "Tirreniano" nell'area romana si trova a quotepiu' alte di quelle dei depositi di Saccopastore e che idepositi del ciclo sedimentario precedente, corrispondente alpenultimo stadio interglaciale di oltre 200.000 anni fa, sirinvengono a quote analoghe a quelle a cui si trova il sito diSaccopastore. In particolare, i depositi ghiaiosi contenenti icrani dell'uomo di Neanderthal corrispondono alla prima fase dideposizione del ciclo sedimentario, avvenuta alla fine dellapenultima glaciazione attorno a 250.000 anni fa. (AGI).