"L’omelia non è un discorso di circostanza, né una conferenza o una lezione". Lo ha ricordato Papa Francesco nella catechesi di oggi all'Udienza Generale. "Deve essere breve. Mi diceva un sacerdote che il papà gli aveva detto: 'sono contento perché con i miei amici abbiamo trovato una chiesa dove si fa la messa senza omelia'. E' così, se l'omelia è lunga i fedeli chiacchierano, si addormentano o escono fuori a fumare una sigaretta". "L'omelia - ha dunque raccomandato il Papa - sia breve ma ben preparata: si prepara con la preghiera e lo studio della parola e facendo una sintesi chiara e breve, non oltre 10 minuti per favore". Secondo Francesco, "chi tiene l’omelia deve compiere bene il suo ministero, offrendo un reale servizio a tutti coloro che partecipano alla messa, ma anche quanti l’ascoltano devono fare la loro parte, anzitutto prestando debita attenzione, assumendo cioè le giuste disposizioni interiori, senza pretese soggettive, sapendo che ogni predicatore ha pregi e limiti". "Se a volte c’è motivo di annoiarsi per l’omelia lunga o non centrata o incomprensibile, altre volte - ha ammesso Bergoglio - è invece il pregiudizio a fare da ostacolo. La responsabilità di chi tiene l’omelia si coniuga con la possibilità – a volte il dovere – di chi sta nei banchi di far presente, nei modi opportuni, le attese che la comunità sente. Non si tratta di accusare ma di aiutare, questo sì. Chi può aiutare i sacerdoti se non i fedeli che sono loro sinceramente vicini?".