Mille gemellaggi tra le regioni, le citta' e le Camere di Commercio di Italia e Iraq per far fiorire i rapporti economici in tutti i settori: e' questa la priorita' a cui intende lavorare il nuovo ambasciatore iracheno, Saywan Barzani, che oggi ha presentato le credenziali al Quirinale. L'altra grande sfida e' rappresentata dallo sviluppo delle infrastrutture, soprattutto energetiche. "L'Iraq ha riserve di gas e petrolio tra le maggiori al mondo e l'Italia puo' aiutarci nell'esportazione e nel completamento delle infrastrutture, ad esempio nel petrolchimico", ha spiegato Barzani in un'intervista all'Agi, la prima concessa nella sua nuova veste.
Appena trentottenne, Saywan e' nipote di Masoud Barzani, il presidente della regione autonoma del Kurdistan, ed erede di una dinastia storica del nord del Paese. Per 11 anni e' stato il rappresentante del Kurdistan a Parigi e per la collaborazione con l'Italia guarda al federalismo e al decentramento di cui i curdi sono stati i grandi sostenitori.
"L'Italia e' il primo partner economico europeo dell'Iraq come di molti Paesi arabi e i rapporti sono eccellenti", ha spiegato Barzani. "Adesso dobbiamo diversificare le relazioni e trovare complementarita' tra citta' e regioni dei nostri Paesi, penso a gemellaggi tra Milano ed Erbil, tra Bari e Bassora", ha aggiunto. Un primo accordo di questo genere potrebbe essere firmato tra Lazio e Babilonia.
Per promuovere le nuove intese il neoambasciatore intraprendera' presto un tour delle regioni italiane, cominciando dal Piemonte e dal nord-est. E appena sara' formato il nuovo governo iracheno saranno rilanciati anche i contatti a livello di ministri, con la riunione della Commissione mista gia' fissata per meta' dicembre a Baghdad. "La volonta' politica esiste", ha assicurato Barzani, "l'Iraq e' molto favorevole a sviluppare le relazioni con l'Italia".
In particolare, secondo Barzani, dalle imprese e dall'esperienza dell'Italia puo' arrivare un aiuto per il decollo di un turismo religioso "molto promettente", della Borsa ("a quella di Baghdad se ne potrebbe presto aggiungere una a Arbil") e del settore bancario ("oggi carte di credito e bancomat sono praticamente inutilizzabili") e dei servizi.
Da parte sua, Barzani scommette sull'Italia come partner strategico per Baghdad, nel segno del petrolio (l'Eni si e' aggiudicato il giacimento di Zubair che entro sette anni potrebbe produrre fino a un milione e 125mila barili al giorno) e non solo. "Potevo scegliere tra molte ambasciate ma ho subito chiesto l'Italia", ha raccontato, "l'ho fatto per la sua grande storia e cultura ma anche perche' ha versato il suo sangue per il rovesciamento della dittatura e ha partecipato alla ricostruzione dell'Iraq in molti campi", dalla sanita' alla formazione. E poi, ha concluso, la politica estera dell'Italia non e' cambiata dal governo Prodi a quello Berlusconi e la "continuita' e' un segno di grande forza".
L'auspicio del nuovo ambasciatore e' che in Italia e in Europa si smetta di guardare all'Iraq soltanto in occasione di attentati: "Sarebbe molto utile se si cominciasse a parlare di noi non solo .
Luglio 2010