Un test genetico e' in grado di predire se un bambino ha tutti i 'geni in regola' per diventare in futuro un campione di calcio. Si chiama "Sports Performance" e lo ha messo a punto la societa' australiana Genetic Technologies. Secondo quanto riportato dal quotidiano britannico 'The Independent', un club europeo sembra essere molto interessato alla possibilita' di sfruttare questa tecnologia e ha chiesto a Henning Wackerhag dell'Institute of Medical Science della University of Aberdeen se fosse possibile utilizzare un test del genere. Il test costa 100 dollari (75 euro) e prevede l'analisi di un campione di saliva estratto con il classico batuffolo di cotone dalla bocca del soggetto. Le persone sottoposte al test ricevono i risultati a casa dopo 10-15 giorni. Secondo la societa' autraliana, questo test genetico "consente di scoprire completamente il potenziale di una persona". Il test e' stato realizzato sulla base di ricerche condotte nel 2003 da un gruppo di scienziati australiani che pero' hanno preso subito le distanze dall'interpretazione data ai propri lavori dalla societa' che ha sviluppato il test. Addirittura, alcuni di loro oltre ad aver negato di esser stati coinvolti nella realizzazione di questo test genetico e hanno anche espresso i loro dubbi sulla sua reale efficacia. Uno dei principali scienziati, Daniel MacArthur dell'Institute for Neuromuscolar Research del The Children's Hospital di Sidney ha detto: "Sicuramente e' prematuro dire che l'utilizzo di questo test possa predire le performance, in particolare quelle calcistiche. Il gene che la societa' sta osservando non e' in grado di influenzare le performance di coloro che sono interessati a uno sport a livello amatoriale". Allora qual e' la verita' che sta dietro la ricerca dei "geni del calcio? Un giorno saremo in grado di determinare prima quali saranno le stelle del futuro?
Secondo quanto riporta il quotidiano britannico, tutto e' iniziato quando un collega di MaCArthur, Kathryn Nord, ha intrapreso uno studio sui pazienti affetti da malattie neuromuscolari con la speranza di trovare la causa e infine la cura. Nord si e' concentrato su un gene chiamato ACTN3 che controlla la produzione di proteine nei muscoli. I ricercatori hanno scoperto che in alcuni pazienti c'era una carenza di alfa-actinina-3, la proteina prodotta da questo gene. "Ma la nostra scoperta e' stata ben presto trasformata in confusione", ha detto Nord. Infatti, da successivi approfondimenti e' emerso che quasi un quinto dei caucasici bianchi ha questa carenza. Quindi si tratta di una condizione molto diffusa per riguardare soltanto i pazienti con problemi neuromuscolari. La proteina permette di effettuare movimenti forti e potenti, come ad esempio lo sprint il salto.
Ognuno di noi ha due copie di ACTN3, ma alcuni hanno una variante che e' nota come R577X. Questa variante blocca le cellule muscolari dalla lettura dell'intero codice di ACTN3. Pertanto, se una persona ha due copie di R577X, significa che non puo' produrre la proteina alfa-actinin-3. Ma se il 18% della popolazione non produce questa proteina, significa che il meccanismo e' molto piu' complesso. Infatti, i ricercatori hanno scoperto che un secondo gene chiamato ACTN2 aiuta a compensare questa carenza. I ricercatori hanno spiegato che se c'e' una variazione nella popolazione, le persone che hanno copie di ACTN3 potrebbero essere migliori nello sport rispetto agli altri. In breve, i ricercatori hanno iniziato a dipanare una complessa mappa di codici genetici che influenzano le nostra capacita' atletiche. In collaborazione con l'Australian Institute of Sport, hanno preso il DNA di piu' di 400 atleti che gareggiavano in una vasta gamma di sport: dal nuoto allo sci e lo hanno confrontato con quello di altre 400 persone 'normali'. Cio' che Nord ha scoperto e'che in generale la resistenza degli atleti presenta un deficit della versione di entrambi i geni. In altre parole, i ricercatori hanno scoperto che la mancanza della funzionalita' delle copie di ACTN3 in realta' apporta pochi benefici nell'efficienza delle prestazioni muscolari. Al contrario, gli atleti, che hanno presentato le due copie del gene sono risultati piu' forti. In pratica, le due copie di ACTN3 aumentano la potenza degli atleti. In teoria, cio' significa che sarebbe possibile fare test sulle copie di ACTN3. Ma questo non e' detto che sia in grado di trovare la prossima leggenda del calcio. MacArthur ha detto: "L'importante e' ricordare che il gene ACTN3 conta solo per il 2-3 per cento della variazione della forza muscolare". Questo significa che questi geni potrebbero fare la differenza, ma non c'e' nessuna prova che lo dimostri. Tuttavia e' sicuro che questo gene aiuti nella velocita' degli atleti. Successivi studi sono ritornati sull'argomento. Uno di questi e' stato da poco pubblicato sulla rivista British Journal of Sports Medicine.
Questo studio dimostra che i campioni di calcio tendono ad avere questi 'geni della velocita''. Secondo MacArthur in futuro sara' disponibile una una versione piu' sofisticata del test. "ACTN3 - ha spiegato - e' forse uno dei centinaia di geni che possono influire sulle capacita' atletiche. Conosciamo solo pochissimi di questi geni e ci vorra' ancora molto prima di poterli trovare tutti e determinare i loro precisi effetti sul potenziale atletico". Lo scienziato ha inoltre aggiunto che "indubbiamente verra' il momento in cui sara' scientificamente disponibile un test attitudinale per sportivi ma dobbiamo decidere se saremo felici di sapere i risultati di tali test".
Maggio 2008