(di Rita Lofano)
Un bel personaggio: intelligente, sicura di se', avvocato di successo e mamma a tempo pieno. Michelle Obama ha tutte le carte in regola per lasciare il segno e non solo perche' e' la prima First Lady afro-americana alla Casa Bianca. Ma guai a definirla un'icona di stile: su questo fronte ha molto da lavorare.
Parola di uno che di moda se ne intende: Stefano Dominella, presidente di Gattinoni, l'unica maison italiana ospite al museo Fit di New York insieme a Valentino, nell'ambito della mostra "Gotic: Dark Glamour".
"Ho tifato per gli Obama per tutta la campagna elettorale ma non sono affatto d'accordo con quanti paragonano Michelle a Jacqueline Kennedy: non le si avvicina neppure un po'. Nello stile direi che sono esattamente all'opposto, nel modo di vestirsi cosi' come nel portamento. Jacqueline era molto piu' elegante e sofisticata e con un look ben definito. Michelle e' una mamma che fa' gli hot dog, un bravo avvocato ma e' troppo volitiva nella scelta degli abiti. I tacchi si vede che non e' abituata a portarli e poi non deve mistificare il suo essere di colore".
Cosa c'e' che proprio non va nel look di Michelle Obama?
"Non condivido la scelta dei colori: con un incarnato come il suo non puo' permettersi il turchese, il bluette, tutte quelle fantasie, le stampe floreali, le geometrie. E poi quei vestiti di jersey... ma anche quel rosso e nero con le punte firmato da Narciso Rodriguez che ha sfoggiato la sera dell'incoronazione. Personalmente non la considero una donna elegante: veste senza criterio, indossando quello che vede e le piace. Come una signora che legge Vogue e poi compra gli abiti per corrispondenza
senza sapere come le stanno. Michelle Obama la si vede con vestiti comprati nelle grandi catene cosi' come da Narciso Rodriguez, oppure si affida ad una sartina italo-americana che vive a Chigago e che si chiama Pina".
Il taglio di capelli pero' ricorda un po' quello di Jacqueline Kennedy...
"Sbaglia ad allisciarsi i capelli ed ha una pettinatura troppo gonfia. I suoi lineamenti sono molto marcati. Non deve fare gli errori tipici delle donne di colore che si stirano tutte i capelli. Nelle mise non deve essere troppo avanguardista. Dovrebbe indossare linee piu' morbide, colori piu' tenui, naturali come il grigio perla, l'ecru', il bianco o il nero. Dovrebbe portare camicie bianche con pantaloni neri ed evitare di vestirsi pendant con le figlie nelle occasioni ufficiali. E poi c'e troppo contrasto con il marito che invece si veste come un avvocato bostoniano: scarpa con la punta slanciata, camicia bianca, cravatta nera o rossa, come se avesse solo un unico vestito".
La direttrice di Vogue America, la temuta AnnaWintour che come la maggioranza degli stilisti ha tifato per Obama, ha detto che Michelle d'ora in poi dovrebbe vestirsi esclusivamente con con griffe americane.
"L'atteggiamento di Anna Wintour e' quello di spingere molto, moltissimo, la moda americana. Gli americani sanno fare squadra molto meglio di noi ed il risutlato e' tangibile, basta guardare la loro presenza nei negozi. Per quanto riguarda la nuova First Lady, credo che la signora Wintour sia anacronistica e poi se Michelle ascoltasse questo suggerimento non credo che il suo stile migliorerebbe granche'. La moda italiana e' insuperabile".
Le donne eleganti continueranno a prediligerla nonostante la Wintour, pero' al Fit di New York le griffe dello stivale rappresentate sono solo due...
"E' chiaramente un'azione punitiva. Non vogliono che gli italiani vendano negli Usa ma tanto non c'e' niente da fare. Possono pure fare il diavolo a quattro ma non saranno mai alla nostra altezza. Noi non sappiamo fare squadra, certo. Questa e' la nostra debolezza ma anche la nostra forza: nonostante la crisi siamo 100.000 aziende in Italia e quasi tutte medio piccole".
Gli stilisti americani hanno appoggiato Obama anche perche' ha annunciato di volere, nel tessile, un "fair trade" anziche' un "free trade".
"Questa promessa mi sembra un po' una chimera. Tutte le loro produzioni arrivano in dalla Cina e dal Messico e non capisco come possa pensare di costruire da zero, visto un sistema manifatturiero della moda. E se anche ci riuscissero costerebbe troppo".
Gattinoni come vestirebbe la nuova First Lady americana?
"Con un tailleur gonna, grigio perla. Giacca sagomata al punto vita, gonna sopra il ginocchio, camicia satin sempre grigia ma molto piu' chiara della giacca, bijoux di perle e acciaio alle orecchie, scarpe dal tacco grigio di 5-6 cm: non di piu', altrimenti quando cammina sembra che arranca! La linea delle scarpe deve essere un decollete allungato. La borsa morbida, magari di camoscio grigio, con chiusura in acciaio. I capelli dovrebbe raccoglierli oppure lasciare i suoi ricciolini, non come Donna Summer anni 80 ovviamente, ma con un taglio corto. In ogni caso deve sofisticarsi un po'. Deve trovare un suo stile, che le stia bene e con il quale lei si senta bene".
Diamo i voti in eleganza alle First Lady piu' in vista.
"Jacqueline Kennedy resta un'icona di stile inarrivabile. Oggi Rania di Giordania e' molto elegante mentre Carla Bruni e' troppo artefatta. Una bella donna ma che non la da' a bere. Piu' che una first Lady, sembra un attrice che interpreta il ruolo della prima donna di Francia. Ci si aspetta che da un momento all'altro si tolga le scarpe sotto il tavolo".
Novembre 2008