Torino, 6 Lug. - (di Carola Vai) - E' una voce, autorevole, contro il coro: "Annullare i vincoli che bloccavano l'apertura dei panifici e' una decisione straordinaria, apre prospettive per tutto il settore agro-alimentare". Non ha dubbi Carlo Petrini, presidente onorario di Slow food, associazione internazionale presente in 130 paesi dei cinque Continenti, da lui fondata 20 anni fa, nel 1986 nel dare il suo ok alla liberalizzazione dei panifici.
Petrini, noto come Carlin, 57 anni, vede nella scelta di liberalizzare la produzione del pane "la possibilita' di eliminare molti passaggi intermediari tra produttore e consumatore. Con questo provvedimento - dice in un'intervista all'Agi - si puo' migliorare la qualita' del pane, rivitalizzare molti borghi italiani, contenere i prezzi per i consumatori". Abolire la norma introdotta nel 1956 che, oltre a imporre un limite quantitativo alla produzione del pane, razionava il numero dei panifici nei singoli comuni per Petrini "ha tre prospettive assolutamente positive per la panificazione tradizionale e di qualita'. Inoltre si accorcia il processo produttivo".
In che modo? "Oggi il grano e' pagato pochissimo - spiega Petrini - a guadagnare e' tutto il settore della trasformazione. Se i produttori hanno la possibilita' di aprire forni, creare direttamente il pane e venderlo, significa rendere la filiera piu' dinamica, eliminare i tanti imbrigliamenti burocratici per i due soggetti principali: produttore e consumatore".
Petrini, passato dai campi di calcio a manager dell'Agroalimentare di qualita' del "Made in Italy" e che ha reso Bra, piccola cittadina del cuneese, famosa in tutto il mondo con il suo Slow food, intravede nei contenuti nel decreto del ministro Pier Luigi Bersani, un solo possibile ostacolo: "il valore del provvedimento sta nella capacita' del produttore di utilizzarlo. Annullati gli inghippi giuridici che impedivano di realizzare i forni, i produttori non hanno piu' giustificazioni. Tutto dipende dalla loro intelligente creativita'".
Il provvedimento "apre una strada maestra - sottolinea Carlin Petrini - che deve essere percorso: ridurre l'intermediazione. E' una normativa gia' realta' in molti paesi europei ed extraeuropei". Petrini auspica che la norma venga estesa ad altri settori agroalimentari perche' "consentirebbe di ridare fiato all'agricoltura". I contadini, i panificatori "possono fare il pane e venderlo direttamente - prosegue - e' un modo anche per favorire i piccoli centri agricoli italiani che offre la possibilita' di avere un pane migliore e di infiniti gusti".
Secondo il presidente onorario di Slow food (Petrini ha lasciato solo da qualche giorno il ruolo di presidente dell'associazione a Roberto Burdese), la decisione del governo Prodi che d'ora in poi impone a chi intende vendere pane solo di presentare una dichiarazione di inizio attivita' ed essere in possesso dei requisiti sanitari e ambientali, puo' avere "enormi riflessi positivi. Auspico - conclude - che venga estesa, come gia' detto, a tutto il settore agroalimentare. Il principio di maggiore liberalizzazione significa mercato piu' libero".
(AGI)