ITALIA 150: SITO MINISTERO P. A. PUBBLICA BIOGRAFIA SCHANZER

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(AGI) - Roma, 5 lug - Il profilo di Carlo Schanzer e' statopubblicato oggi sul sito del Ministero per la PubblicaAmministrazione e l'Innovazione(http://www.innovazionepa.gov.it/lazione-del-ministro/il-centocinquantenario-dellunita-ditalia/al-servizio-dei-cittadini.aspx)nell'ambito dell'iniziativa voluta dal ministro Renato Brunettaper ricordare, in occasione del centocinquantesimo anniversariodell'Unita' d'Italia, i migliori 150 servitori dello Stato.Uomini e donne che nel corso della storia unitaria del nostroPaese hanno dedicato la propria vita al servizio dellacollettivita' in tutti i rami della pubblica amministrazione: alivello centrale e a livello locale, nei ministeri e negliEnti, nelle varie articolazioni della magistratura e delleforze dell'ordine, nelle aule scolastiche e universitarie,nelle strutture sanitarie, nei musei e nelle istituzioniculturali. Carlo Schanzer nasce a Vienna il 18 dicembre 1865.Dopo aver conseguito nel 1887 la laurea in Giurisprudenzaall'Universita' di Roma, entra al Senato come bibliotecario. Viresta fino al 1893, quando ottiene per esami il posto direferendario al Consiglio di Stato (dove sara' nominatoconsigliere nel 1898 e presidente di sezione nel 1912). Ottienela libera docenza in Diritto costituzionale e si iscrive comeavvocato all'albo della Cassazione. Nel 1900 accetta lacandidatura propostagli da Giovanni Giolitti e viene elettodeputato nella XXI legislatura (sara' confermato fino 1919).Alla Camera lavora intensamente su alcuni temi come le operepie, la beneficenza e l'assistenza pubblica. Nel marzo 1904critica le leggi emanate nell'ultimo ventennio che hannoattribuito nuove funzioni alle Prefetture senza per altrodotarle del personale necessario. Nel febbraio 1901 Giolitti lochiama al Ministero dell'Interno e gli affida la direzionegenerale dell'amministrazione civile, dove avvia il delicatolavoro d'impianto dei servizi statistici delle opere pie. Nelluglio 1903 rinuncia all'incarico e, pur restando deputato,preferisce rientrare a Palazzo Spada. Viene nominato ministrodelle Poste e Telegrafi nel III governo Giolitti (1906-1909) eattua un programma fortemente riformatore. In particolare,firma la legge organica del 1907, con la quale si ammettono -in nome della specificita' di quel personale e contrariamente aquanto e' stabilito nel resto dell'amministrazione - i ruoliaperti, prevendendo che la progressione economica prescindadall'avanzamento nella carriera gerarchica. Avvia anche ilprimo serio tentativo di sostituire alla formazione spontaneadei dipendenti un piu' coerente e organico perfezionamentoprofessionale (per il quale viene creato un apposito Istituto).Nel settembre 1906 presenta alla Camera il progetto sulleconvenzioni marittime che da' luogo alla Legge 5 aprile 1908 n.111 e infine gestisce, in accordo con lo stesso Giolitti, letrattative con gli armatori (in particolare col genovese ErasmoPiaggio) volte a risolvere il problema delle lineeconvenzionate. Quando l'insuccesso di quelle trattative spingeGiolitti alle dimissioni, considera conclusa la sua esperienzaministeriale e nel 1910 rientra un'altra volta nelle suefunzioni al Consiglio di Stato. Interessato ai problemidell'amministrazione, sostiene che le riforme debbano mirare"non solo a spendere poco, ma anche a migliorare i metoditecnici del lavoro amministrativo, a risolvere il problemapolitico della responsabilita' dei funzionari e dei rapporti diessi col pubblico, a disciplinare con nuovi criteri il rapportofra gl'impiegati e lo Stato". Nel 1912 da' inoltre prova dellasua competenza tecnico-amministrativa e della sua vasta culturagiuridica, rappresentando il Governo nella conferenzainternazionale dell'Aja sull'unificazione del diritto sullacambiale e sullo che'que. Nel 1913 tiene una relazione sulsuffragio universale in Italia al primo congresso del Partitodemocratico costituzionale. Svolge un ruolo di rilievonell'ambito della Commissione reale per il dopoguerra, che hail compito di studiare i provvedimenti per il passaggio dallostato di guerra a quello di pace, proponendo un vastorepertorio di riforme. Presiede, inoltre, la Commissione"Questioni coloniali", che affronta le problematiche delrapporto tra le colonie e l'amministrazione centrale. Nominatosenatore nell'ottobre 1919, dal giugno dello stesso anno finoal giugno 1920 ricopre le cariche di ministro del Tesoro(impegnandosi nella politica di contenimento della spesa deiMinisteri), di ministro delle Finanze e infine di ministro delTesoro. Preoccupato per l'incrudirsi della crisipolitico-sociale, nel 1922 accetta l'incarico di titolare degliAffari esteri, che tiene fino alla marcia su Roma. Inquell'anno partecipa anche alla conferenza di Genova (aprile1922) ma le sue posizioni filo-inglesi vengono apertamentecriticate da Mussolini. Nella riunione del Consiglio deiministri del 28 ottobre 1922 approva lo stato d'assedio e firmacome tutti il suo manifesto, poi rivelatosi inutile per ilrepentino voltafaccia del re. Quando nel dicembre 1928 ilpresidente del Consiglio di Stato Raffaele Perla raggiungel'eta' della pensione, spera di succedergli in quantopresidente di sezione piu' anziano. L'esigenza di"fascistizzare" le piu' alte cariche dello Stato frustra invecela sua legittima aspettativa (al suo posto viene chiamato SantiRomano). Colpito in quelli che ritiene siano i suoi diritti,chiede il collocamento a riposo e lo ottiene il 26 dicembre1928. Il Governo decide allora di premiarlo con una caricachiaramente compensativa e onorifica, quella a ministro diStato. Muore a Roma il 23 ottobre 1953. La sintesi della suabiografia e' tratta da un libro curato dal professor GuidoMelis, massima autorita' in materia di storia della PubblicaAmministrazione italiana, che si e' avvalso di un nutritogruppo di studiosi, della documentazione inviata dai Ministerie del contributo volontario di funzionari e dirigenti di varieamministrazioni. Il volume e' stato presentato nell'ambito delForumPA e verra' distribuito al pubblico nel corso della mostra"La Macchina dello Stato" che si aprira' presso l'ArchivioCentrale dello Stato. I personaggi trattati nel librocostituiscono il nucleo di partenza di una grande raccolta ditesti, documenti, riferimenti bibliografici, immagini e filmatiche si arricchira' nel tempo sino a formare un vero e propriodeposito di conoscenze, riferimenti e collegamenti sulla storiadella Pubblica Amministrazione.(AGI).
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