"Cosa può insegnare all'Italia la storia della vittoria di Macron e della sconfitta di Le Pen? Insegna due cose importanti: che i partiti, se non sono capaci di rinnovarsi davvero, soffrono di una crisi che sta mettendo in discussione l'intero sistema di rappresentanza politica in occidente". Questa l'analisi delle presidenziali francesi secondo Silvio Berlusconi, che, in un'intervista al 'Foglio', vede nella vittoria del candidato di 'En Marche' la conferma di quanto ha sempre ripetuto: le elezioni si vincono al centro. Tradotto: la leadership del centrodestra spetta sempre a lui e non al sovranista Matteo Salvini, pur uscito trionfante dalle primarie della Lega.
Le Pen? Una sconfitta annunciata
"Gli elettori sono stanchi, ovunque, delle solite facce, dei professionisti della politica, dell'apparato. La vittoria di Trump in America e quella di Macron in Francia hanno questo in comune: nascono dalla voglia di un profondo rinnovamento della politica", afferma Berlusconi che definisce "una sconfitta annunciata" quella della signora Le Pen: "Nonostante il brillante risultato, e nonostante il fatto che abbia saputo interpretare i sentimenti, le paure, le legittime frustrazioni di una parte importante dell'elettorato francese, la leader del FN sconta il limite di tutti i movimenti di destra identitaria e antisistema: non soltanto non riescono a vincere, ma dividendo il fronte moderato finiscono con il favorire la vittoria di candidati di sinistra. Come ci presenteremo alle elezioni dipenderà ovviamente soprattutto dalla legge elettorale. Però su una cosa non ci possono essere dubbi, noi lavoriamo per la vittoria del centro-destra unito. Perche' questo sia possibile occorre che il centro-destra abbia un carattere fondamentalmente liberale, cristiano, riformatore, convinto che l'Europa debba cambiare ma europeista nella sua ispirazione di fondo. Altrimenti finiremmo come il Fronte Nazionale in Francia: il pieno di voti in alcune aree del paese, ma nessuna possibilità di vittoria".
"Dopo di me l'Italia è diventata marginale"
"Che giudizio do della cancelliera Merkel? La signora Merkel, che stimo e con la quale ho un rapporto personale eccellente, nonostante le assurdità che sono state scritte su questo, è oggi il leader politico europeo piu' autorevole", prosegue l'ex presidente del Consiglio, "rappresenta gli interessi e le ragioni della Germania in modo molto forte, e questo a noi può risultare qualche volta sgradevole. Ma non è lei che dobbiamo criticare per questo, è l'incapacita' dei nostri governi di far sentire con altrettanta forza e autorevolezza le nostre ragioni e i nostri interessi. Cosa possiamo imparare, come italiani, dalla signora Merkel? Prima di tutto il senso dello Stato, che nel nostro paese non è cosi' diffuso, poi la capacità di assumere decisioni sagge anche quando sono impopolari. Infine la capacità di dialogare alla pari con i leader delle superpotenze. Il mio governo riusciva a farlo, grazie ai miei rapporti personali con i capi di stato e di governo dei maggiori paesi del pianeta. Dopo di allora, purtroppo, l'Italia è diventata davvero marginale".