Sette cose che la vittoria di Macron ci dice sulla Francia
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Sette cose che la vittoria di Macron ci dice sulla Francia
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E importante è stata, al secondo turno, la sua capacità di riunire elettorati diversi: secondo i flussi elaborati da Harris Interactive, Emmanuel Macron è stato la prima scelta per gli elettori dei principali candidati sconfitti al I turno (Mélenchon, Hamon e Fillon). In quella che è una chiara affermazione, restano comunque delle ombre.
  1. I voti con cui Emmanuel Macron ha vinto sono 'prestati' dai grandi partiti sconfitti al primo turno
  2. Hanno votato per Macron gli under 25 che non si riconoscono nei partiti tradizionali e gli over 60 spaventati dalle politiche monetarie del Front National
  3. L'alta astensione e il record di schede bianche gettano un'ombra sull'esito delle politiche di giugno
  4. Le Pen raddoppia il risultato del padre, ma è comunque sotto la "soglia di vittoria" del 40%
  5. Il Front National (o comunque si chiamerà) sarà la prima forza di opposizione
  6. Le Pen vince tra i 'perdenti della globalizzazione'
  7. La Francia che andrà a votare a giugno è divisa in 4: centristi e liberali; sovranisti-popolari; centrodestra repubblicano e sinistra radicale

I punti deboli di una vittoria fragile

Altri dati lasciano intuire una vittoria più fragile di quanto si possa immaginare vedendo i 30 punti di scarto: in primo luogo, l’affluenza. Ferma al 74.6%. Per la prima volta dal 1969, al II turno ha votato meno gente che al I turno. Essendo il ballottaggio l’elezione più importante, è tradizione che più francesi si rechino alle urne quando lo scontro è tra i soli due finalisti. Persino nel 2002, quando Chirac affrontò Le Pen, l’affluenza aumentò. Non solo: il numero di schede bianche/nulle è storico, pari all’11.5% dei votanti. Oltre 4 milioni di francesi si sono recati alle urne per esprimere il loro malcontento contro entrambe le opzioni proposte.

Perché la sconfitta di Marine Le Pen è totale

Dall’altro lato, Marine Le Pen ha perso nettamente e non è riuscita a raggiungere quello score del 40% indicato da più osservatori come quota vittoria. I limiti della campagna elettorale svolta al secondo turno sono evidenti. Un dato su tutti: secondo IPSOS, solo il 45% degli elettori di Marine Le Pen al primo turno si è detto contento della performance della propria candidata al dibattito televisivo del 3 Maggio. Nonostante questo, oltre 10 milioni di francesi hanno votato per lei, quasi il doppio di quanti votarono per il padre nel 2002.

Il peso del Fronte Repubblicano

Sempre secondo IPSOS, Marine Le Pen ha ricevuto il 56% dei voti tra gli operai ed ha perso di misura tra gli impiegati e tra i disoccupati, tra cui ha ottenuto rispettivamente il 46% ed il 47% dei consensi. Uno spaccato simile emerge se osserviamo la distribuzione territoriale del voto: Marine Le Pen ottiene i migliori successi nei dipartimenti con maggiore disoccupazione e tasso di povertà più elevato. In particolare, il voto per la candidata del Front National aumenta in quelle zone di Francia in cui più alta è la percentuale di popolazione senza diploma.

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