Beretta, “Con Trump non ci sarà un boom della vendita di armi"

Il 52enne alla guida del gruppo su Industry 4.0: "non soppianterà il lavoro umano, li indurrà a riqualificarsi su livelli professionali più alti"

Beretta, “Con Trump non ci sarà un boom della vendita di armi"

Franco Gussalli Beretta, che dirige con il fratello Franco il gruppo di Gardone Valtrompia leader mondiale nelle armi, non ha paura di Trump e non teme che la frenata alla globalizzazione finora delineata dal “presidente eletto” possa nuocere ai gruppi internazionali come il suo, che da anni e anni già operano (e hanno assunto: in questo caso oltre 500 addetti) in territorio americano.

Intervistato dall’Agi per le dirette video di “Viva l’Italia”, il 52enne Beretta spiazza anche per un’altra valutazione: “Non prevediamo un boom della vendita di armi negli Usa, al contrario: le previsioni indicano una lieve flessione perché i cittadini americani non hanno più ragione di temere le restrizioni alla vendita che si temevano con l’amminstrazione Obama”. E ancora: “Sono ottimista di natura e penso che la rivoluzione industriale detta Industry 4.0 non soppianterà il lavoro umano: li indurrà a riqualificarsi su livelli professionali più alti, ma il saldo finale tra posti distrutti e posti creati potrebbe essere ancora una volta positivo. Da un lato ci sarà più automazione, dall’altro serviranno molti più tecnici digitali, programmatori, informatici. Molti dei nuovi assunti saranno i Millennials. L’analisi attenta da fare è, quindi, su come risolvere in futuro il problema di chi non ha e non riuscirà ad acquisire le nuove competenze”.

Ma anche rispetto a questo tema il vicepresidente e amministratore delegato del gruppo Beretta sorprende perché – stimolato da una domanda del direttore dell’Agi, Riccardo Luna - “apre” a una riflessione politica-economica sul salario di cittadinanza: “Le economie funzionano quando ci sono i consumi. E perché ci siano consumi, occorrono i redditi. Ovunque oggi si sente la necessità di rafforzare l’economia anche rafforzando la domanda. Io penso che sicuramente tutti debbano essere in condizione di mantenersi su un livello di reddito dignitoso, poi credo sia difficile trovare misure concrete che ottengano questo risultato senza alimentare, negli interessati, fatalismi e passività”.

Molto positivo il giudizio di Beretta sul piano Industry 4.0 del governo Renzi, pienamente confermato dal governo Gentiloni anche grazie alla continuità nel ruolo del ministro dello Sviluppo economico, Carlo Calenda: “Penso sia veramente utile, concordo con Calenda sul fatto che questo piano è una grande opportunità di rilancio per il Paese. Non solo incentiva gli investimenti nelle nuove tecnologie ma agevola l’evoluzione dell’intero sistema d’impresa. E anche noi di Beretta – che abbiamo sempre creduto all’innovazione e al digitale, e abbiamo domini web da quando ancora non esisteva Google – stiamo lavorando intensamente su questo fronte. Grazie all’integrazione tra macchinari produttivi, robot, sensori e software analitici la manifattura può raggiungere un’efficienza straordinaria”. E sempre dal digitale potrà venire una risposta al dramma della diseguaglianza, proprio oggi riproposto con nuove, impressionanti cifre dal rapporto Oxfam: “La digitalizzazione”, dice Beretta, “è anche un modo per diminuire il gap sociale”.

Quanto al territorio nel quale la Beretta, da cinque secoli, è nata e cresciuta - Brescia e la sua provincia - la visione dell’imprenditore è che il grosso della crisi sia alle spalle: “Abbiamo risorse e capitale umano, penso che Brescia sia in una posizione molto favorevole per intercettare lo sviluppo perché funzionano bene il nostro sistema formativo, sia pubblico che privato, e la collaborazione con le imprese, oltretutto valorizzata dall’apprezzabile riforma della ‘buona scuola’. Abbiamo tutte le basi per farcela, da un punto di vista di sistema avremmo bisogno semmai di ulteriori infrastrutture, per quanto l’aeroporto cargo sia finalmente una realtà e l’autostrada Brebemi sia utilissima”.

Infine una battuta sulla Confindustria e sull’associazionismo d’impresa in genere: “E’ importante, anzi determinante, per fare sistema e permettere a tutte le imprese che lo vogliano e sappiano farle di colmare il gap e diventare player globali”. E la consueta domanda finale: Viva l’Italia perché…? “Perché è un Paese – conclude Franco Gussalli Beretta - che ha risorse infinite, siamo i più creativi del mondo, grandissimi lavoratori, in un pianeta in grande e accelerato cambiamento e in crescente globalizzazione noi italiani, che abbiamo mantenuto la capacità manifatturiera migliore e più apprezzata, non avremo altro che ottime opportunità da cogliere”.