Amendola e Argentero: cinema italiano sta bene ma Governo deve fare di più
Il regista e attore romano ospite col collega torinese nella redazione Agi per parlare di 'Il permesso - 48 ore fuori'. Ma anche di Francesco Totti, dei David di Donatello, di Roberto Benigni e di Roma

L'obiettivo era raccontare la storia di "4 vite e 4 dolori e il bisogno di calore. Chi sta tanto tempo in prigione ha bisogno di calore, di un abbraccio. Mi piaceva raccontare questo bisogno", anche se "non è un film sociologico" perché dietro non c'è "uno studio nelle carceri". Claudio Amendola, attore e regista del film 'Il permesso - 48 ore fuori' in uscita nelle sale il 30 marzo, è intervenuto insieme all'attore Luca Argentero al format video di Agi 'Viva l'Italia per presentare il suo ultimo lavoro cinematografico che segue quattro carcerati in permesso premio per 48 ore, brevissimo periodo di libertà che cambierà per sempre la vita di tutti.
L'amore motore di 'Il permesso - 48 ore fuori' e Amendola "pirata conradiano"
Come ha spiegato nell'incontro con la stampa di martedì lo sceneggiatore Roberto Jannone, si tratta di quattro storie in cui il motore è l'amore. Nell'episodio di Argentero è il galeotto che cerca la moglie rimasta sola e caduta nelle mani di un malavitoso senza scrupoli, mentre in quello di Amendola (definito da Giancaro De Cataldo, altro sceneggiatore del film, "personaggio conradiano, un pirata che combatte la sua ultima battaglia") il motore è l'amore di un padre, un ex boss sconfitto dalla vita, per il figlio che vede in lui un mito e un modello da seguire. Amendola racconta il suo personaggio "che è stanco e sconfitto dalla galera e aspetta con ansia il fine pena per andare a vivere la sua vita ma è costretto a riaprire un file che non avrebbe voluto. L'amore per un figlio - aggiunge il regista e attore romano - è espiazione, immolazione", e quello che vive il suo personaggio "è una grande storia d'amore filiale".
Amendola: bisogna lavorare sul sistema rieducativo dei carcerati
E' questo lo spunto per parlare del "sistema carcerario italiano" che, secondo il regista " è concettualmente giusto" soprattutto se si confronta con quelli di "altri Paesi che hanno prigioni private dove si cerca di tenere la gente il più possibile perché lo Stato paga". Ma quello su cui si dovrebbe lavorare è "il sistema rieducativo" per il quale "in Italia si è fatto molto poco, anche a causa del sovraffollamento". Per Amendola però il " problema più grosso è fuori, quando i detenuti che hanno scontato la pena e che quindi secondo la legge sono cittadini come gli altri, non hanno quasi nessuna possibilità di reinserimento nella società. La depenalizzazione di alcuni reati - aggiunge - svuoterebbe le carceri da gente che lì dentro diventa criminale. Un altro fenomeno da non sottovalutare è il reclutamento del terrorismo nelle prigioni".
Argentero: cinema italiano è in salute ma serve aiuto del governo
Argentero e Amendola si dicono d'accordo con Roberto Benigni che al Quirinale ha detto che il cinema italiano non è mai stato così bene. "Il cinema italiano è in salute perché siamo grandissimi cineasti - dice Amendola - ma il fatto è che spesso piccoli film hanno problemi di comunicazione. Prendo l'esempio di Fiore (candidato al David di Donatello, ndr) che era meritevole di essere visto da molti più spettatori". "In Francia c'è maggior attenzione al cinema e il 30% delle pellicole in programmazione dev'essere francese - gli fa eco Argentero -. Il governo dovrebbe fare di più perché dovrebbe essere una delle nostre industrie di punta. Come il turismo".
Argentero e Amendola: fonderemo partito Set, in campo col Pci di Benigni
Ed è questo il motivo, scherza l'attore troinese, per cui "io e Claudio Amendola abbiamo deciso che ci buttiamo in politica con un partito che si chiama Set, che sta per Solidarietà Ecologia e Turismo e, col Pci, il Partito del Cinema di Roberto Benigni, faremo una coalizione e avremo la maggioranza garantita". Commentando la situazione italiana in cui c'è attenzione insufficiente verso il cinema e la cultura rispetto ad altri Paesi, i due attori hanno sottolineato che puntando sui tre temi che formano l'acronimo del loro partito si può far ripartire l'Italia. Questo, però, è possibile se c'è "una grande assunzione di responsabilità da parte dei cittadini", ha spiegato ancora Argentero. "Da noi c'è la tendenza a non guardare dentro casa propria, ma sono ottimista nelle nuove generazioni che sono difficilmente decifrabili ma sono molto ottimista".
Comune di Roma: Amendola, "basta col tiro al piccione"
"Basta col tiro al piccione su chi sta lì sopra al Campidoglio. Non è colpa di Marino, Alemanno o Raggi", ha detto Claudio Amendola al Forum Agi 'Viva l'Italia' sottolineando che la situazione di disagio che sta vivendo la Capitale è "colpa di chi vive in questa città. Noi ci viviamo a Roma - ha aggiunto - cominciamo anche a prenderci le nostre responsablità. Questa è una verità assoluta".
Stadio della Roma: Amendola, va fatto bene e al posto giusto
Lo stadio della Roma va fatto "bene e nel posto giusto". Lo sottolinea Claudio Amendola, attore, regista e tifoso 'doc' della Roma, che durante il format video di Agi 'Viva l'Italia' ha aggiunto: "Capisco che un imprenditore debba avere un ritorno perché l'investimento è molto forte" ma la speranza è che lo stadio "sia a norma, che non sia un ecomostro e io - prosegue - sarei d'accordissimo che in tutta Italia lo sport professionistico venisse supportato, come anche il cinema, perché lo sport salva la vita".
Per approfonduire: