Non c'è alternativa alla scissione del Pd e il leader della nuova forza politica che ne emergerà potrebbe essere una donna ne è convinta la senatrice del Pd, Doris Lo Moro, intervistata nel corso del video forum AGI, 'Viva l'Italia'. "Speranza, Rossi ed Emiliano? Non è detto che sia uno di loro" il leader. "Ai miei occhi hanno tutti un difetto: sono tutti uomini". Quanto alla scissione, "non vedo margini per evitarla, io non ne vedo, ma parlo per me" dice la senatrice della minoranza dem, sottolineando che "Speranza, Rossi ed Emiliano stanno continuando a discutere, ma secondo me la scissione è già nei fatti".
"Non vedo margini per evitare la scissione, ma non brindo"
Interrogata sulle ragioni della scelta, Lo Moro ha sottolineato che "ci dividiamo perché siamo stati tre anni con Renzi segretario e abbiamo fatto e votato di tutto, ma non c'è più una linea del Pd sulle materie che dobbiamo portare avanti. Noi ci siamo svincolati da tutti", ha aggiunto la senatrice, ricordando di aver "cominciato la campagna referendaria facendo un pò di campagna per il sì. Poi la campagna elettorale ha preso un corso che non mi è piaciuto e quando ho sentito parlato di accozzaglia, mi sono sentita molto accozzaglia anche io". "Ma - ha aggiunto - non ho brindato il 4 dicembre e non brinderò nemmeno al momento della scissione". "
Un clima di entusiasmo al Teatro Vittoria
Al Teatro Vittoria mi ha colpito il clima di entusiasmo. Ieri abbiamo atteso, ma già dalla relazione di Renzi sembrava una attesa a perdere". Lo Moro ha anche dato una interpretazione del doppio intervento di Michele Emiliano, durante l'Assemblea al Teatro Vittoria di Roma, in cui il governatore pugliese ha prima attaccato il segretario Matteo Renzi per poi ribadirgli la propria fiducia "Subito dopo la assemblea c'è stata una riunione in cui è stato prodotto un documento sottoscritto anche da Emiliano". Il riferimento è alla nota in cui Emiliano, con Roberto Speranza ed Enrico Rossi parlano di scissione, attribuendone la responsabilità allo stesso Renzi.
La candidatura di Orlando è "fuori tempo massimo"
Quanto alla candidatura del ministro della Giustizia, Andrea Orlando, "arriva fuori tempo massimo". L'idea della minoranza "è che ci sia un centrosinistra unito e che noi possiamo stare dentro questo centrosinistra. L'idea di un centrosinistra ulivista per me sopravvive", ha aggiunto, sostenendo che secondo lei, "ci sono i numeri per fare i gruppi" parlamentari. "Di nomi per il gruppo ne ho sentiti, ma non so se ci sarà la parola 'sinistra' in esso".