AGI/Vista - “In questa giornata al Centro Studi Americani abbiamo fatto il punto con tantissime esperte nazionali e internazionali sullo stato della salute della donna in Italia. Cosa dobbiamo fare dopo due anni e mezzo di Covid? Sicuramente informare, formare e far conoscere le tematiche della salute. In questi anni, abbiamo perso molta aderenza alla diagnosi precoce, alle lettere per gli screening. La prevenzione va fatta in modo assiduo e accompagnata negli anni. Abbiamo parlato dei temi legati alle donne giovani, della consapevolezza alla maternità, alle questioni legate alla denatalità, ma abbiamo parlato anche della donna anziana. Altro tema l’organizzazione sanitaria, come sfruttare al meglio il Pnrr, le case della comunità, per costituire dei centri per la salute delle donne, che possano essere dei luoghi di riferimento, sia dal punto di vista della salute, sia del punto di vista dell’assistenza alla donna in tutte le fasi della vita. Alla base di questo c’è la volontà di lavorare molto sugli stili di vita, su un corretto approccio ed una consapevolezza dei temi della donna fin dalla giovanissima età. Non abbiamo dimenticato la condizione delle tante donne in questa fase di guerra, dei bambini che sono i più fragili. Così come il tema della disuguaglianza della salute legata ai luoghi in cui si vive, le donne che soffrono per malnutrizione, per problemi di violenze, pensiamo alla privazione dei diritti come in Afghanistan che diventano anche privazioni di salute”. Lo ha detto Beatrice Lorenzin nel corso dell’evento “La Salute della donna: politiche per il futuro”, al Centro Studi Americani. Fonte: Agenzia Vista / Alexander Jakhnagiev