Fu pensata e costruita per essere il Buen Retiro di un primo ministro inglese, Sir Archibald Primerose, che però riuscì a viverci solo poco tempo: venne presto richiamato dalla grande politica di Westminster.
Oggi Villa Rosebery è una delle residenze ufficiali del Presidente della Repubblica, ed è incastonata sulla punta più avanzata di Posillipo, e mette in ombra lo stesso Palazzo Donnanna, che si protende sul mare poche centinaia di metri più in là. Stile neoclassico, bianca come marmo di Carrara, immersa nel verde del parco e affacciata sul blu di Marechiaro: uno degli scorci più belli di Napoli e d'Italia.
Teatro anche di tanta parte della storia italiana del Novecento: qui Vittorio Emanuele III firmò il documento con cui abdicò in favore del figlio Umberto, alla fine di aprile del 1946, e dal porticciolo sottostante si imbarcò sull'incrociatore "Duca degli Abruzzi" alla volta di Alessandria d'Egitto. Con lui solo la moglie Elena. Il suo parco, in cui la flora esotica voluta da Primerose - acceso colonialista - si mescola con la più elegante macchia mediterranea affascinava Scalfaro; l'affaccio sul mare invece era prediletto da Carlo Azeglio Ciampi e sua moglie Franca.
Quanto a Napolitano, la scelta di Villa Rosebery era in qualche modo obbligata: napoletano, il penultimo Capo dello Stato si sentiva più che a suo agio, tanto più che la sua amata Capri è a poca distanza. Sergio Mattarella ora l'ha voluta inserire nei siti che il Fai apre al pubblico ogni inizio di primavera.