Apre al pubblico la prima reggia di Nerone sul Palatino. Lo storico Svetonio racconta come uno scandalo il grande impegno dedicato da Nerone all’edificazione del suo palazzo privato: prima la Domus Transitoria, che permetteva di “transitare” dal Palatino all’Esquilino, seguita, dopo l’incendio del 64 d.C., dalla Domus Aurea. “Il progetto si inserisce nel programma del Parco archeologico del Colosseo di restituire ai visitatori luoghi e percorsi da tempo inaccessibiliQuesta straordinaria apertura contribuisce a definire un itinerario di visita neroniano all’interno dell’area archeologica centrale che si estenderà dal Colle Oppio al Palatino. Il visitatore toccherà con mano, tra reale e virtuale, il genio costruttivo dell’imperatore e le sperimentazioni da lui ricercate nelle decorazioni pittoriche e marmoree”, ha sottolineato Alfonsina Russo, direttore del Parco Archeologico del Colosseo. Della prima reggia di Nerone sul Palatino sono ancora riconoscibili alcuni suggestivi ambienti. Tra questi, uno spazio originariamente occupato da un ricco ninfeo con giochi d’acqua tra forme architettoniche simili a una quinta teatrale e, giusto di fronte, un triclinio circondato da colonne di porfido e pilastri in marmi policromi, destinato al riposo e allo svago dell’imperatore. Visibili altre due stanze di cui restano i segni della preziosa decorazione di affreschi, stucchi e pavimenti marmorei. Parte dei reperti sono conservati nel vicino Museo Palatino. Qui vengono esposti e ritornano per la prima volta sul Palatino – dopo 300 anni e grazie a un importante prestito frutto di un accordo di collaborazione con il Museo Archeologico Nazionale di Napoli, diretto da Paolo Giulierini –, alcuni affreschi distaccati al momento della scoperta da un ambiente coperto con volta a botte: due grandi fregi e delle formelle.