Il presidente messicano, Andres Manuel Lopez Obrador, ha scritto al re di Spagna, Felipe VI e a Papa Francesco esortandoli a scusarsi per gli "abusi" del colonialismo e della conquista. In un video girato tra le rovine della città indigena di Comalcalco, nel sud del Messico, il leader della sinistra anti-establishment invita la Spagna e il Vaticano a riconoscere le violazioni dei diritti commesse durante la conquista del Messico, iniziata 500 anni fa, e nel periodo coloniale che ne seguì. "Ci furono massacri e oppressione, la cosiddetta conquista fu combattuta con la spada e la croce e costruirono le loro chiese sui templi (indigeni)", afferma, "è giunto il momento di riconciliarsi, ma prima serve il perdono".
Lopez Obrador ha avanzato la richiesta di scuse durante una visita al suo Stato nativo di Tabasco. Ha poi programmato una visita alla città di Centla, teatro di una delle prime battaglie tra il conquistatore spagnolo Hernan Cortes e le popolazioni indigene della terra ora conosciuta come il Messico. Con l'aiuto di cavalli, spade, pistole e vaiolo - tutti sconosciuti al tempo nel Nuovo Mondo - Cortes condusse un esercito di meno di 1.000 uomini per sconfiggere l'impero azteco, dando l'inizio a 300 anni di dominio spagnolo sul Messico.